Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Stato e Chiesa in Italia da Pio IX a Pio Xl politica rettilinea prolungatasi senza interruzioni dal giugno 1915 al feb– braio 1929, anziché per una politica a zig-zag che andò adattandosi alle mutevoli circostanze-. I documenti finora conosciuti starebbero a dimostra– re che Benedetto XV e il cardinale Gasparri seguirono una linea a zig-zag. 10 Alcuni mesi dopo il giugno 1915, "prima della fine dell'anno," il papa invitò alcuni eminenti giuristi e prelati della curia a presentargli per iscritto i loro pareri sulla soluzione della questione romana, che essi ritenessero desi-– derabile e possibile. Il quesito era: Considerando che la città di Roma, e piu particolarmente il Vaticano, deve essere la sede del Pontefice; considerando che il Pontefice romano, come Vicario di Gesu Cristo e Capo supremo della Chiesa, deve godere della massima libertà e indi– pendenza nel governo della Chiesa e possedere le prerogative di una vera sovranità [...]; considerando che questa sovranità è stata lesa dall'usurpazione del 1870, la Santa Sede domanda se le conviene accettare il fatto compiuto o cercare un modus vivendi ten– dente a salvaguardare la sua libertà e indipendenza e a porre termine allo stato di conflitto col Governo italiano, senza esigere da questo la restituzione dei territori usurpati. I pareri sottoposti al papa furono cinque. 11 Tutti dimostrano che i loro autori prevedevano una sconfitta dell'Italia. Ma anche partendo da quest'ipotesi, nessuno credeva possibile una restaurazione dello Stato della Chiesa quale era prima del 1860. Alcuni ritenevano indispensabile ristabilire la sovranità del papa almeno sulla città di Roma. Altri, pur ammettendo che questa fosse la soluzione necessaria, riconoscevano che era difficilmen– te realizzabile, e, anche se attuabile, era grave di pericoli futuri. Occorre– va soprattutto evitare che la soluzione fosse imposta dalla forza: Una soluzione imposta con la forza farebbe nascere in tutti gli italiani un sen– timento di odio contro il Vaticano; odio che, senza dubbio, aumenterebbe col tempo. 10 Una intervista concessa a un giornale dal segretario di stato non è né un documento dottrinale emesso dal papa, e , neanche un _documento ufficiale impegnativo. Inoltre, il cardinale Gasparri rifiutava l'intervento delle armi straniere, non della diplomazia straniera. Charles LOISEAU, La réconciliation du Vatican et du Quirinal, in "Année politique française et étran– gère, 11 Paris, septembre 1929, p. 275, racconta da quali circostanze il cardinale Gasparri fu determinato a concedere quella intervista: "Si era all'indomani di una udienza accordata da Benedetto XV a un nostro compatriota, il signor Latapie, il resoconto della quale attribuiva al Papa propositi offensivi per gli Alleati, e piu particolarmente per il governo italiano. La pub– blicazione dell'intervista aveva sollevato uno scandalo. Nello stesso periodo i giornali tedeschi ed austriaci minacciavano l'Italia di ristabilire l'antico potere temporale [ ... ]. La smentita, subito apparsa sull'Osservatore romano, concepita come al solito in termini sospettosi e maldestri, invece di calmare l'opinione pubblica, l'aveva ancor piu eccitata. Fu in queste .c~ndizioni che il cardinale Gasparri interruppe il suo riposo a Camaldoli per rientrare precipitosamente a Roma e dettare quella precisazione al Corriere d'Italia. Si ammetterà che l'atmosfe~a era. troppo surriscaldata perché la frase in questione potesse essere interpretata come il pensiero 111:>ero e meditato di Benedetto XV. 11 Il Loiseau fu agente ufficioso del governo francese presso 11 Va- ticano durante la guerra. li Questi pareri furono pubblicati da E. G1JICHARD sul "Mercure de France," Paris, 1 ° dicembre 1923. Il Guichard assegnò come data al prezioso documento da lui pubblicato "la fine del 1918." Il giornale ufficiale della Santa Sede, "L'osservatore romano," 10-11 dicembre 1923, corresse quest'errore, affermando che la consultazione ebbe luogo "prima della .fin~ del 1915 11 e riconobbe che Guichard aveva dato un sommario "piu o meno esatto" de1 cinque pare:i. Siccome il giornale vaticano non rettificò nessun punto della relazione pubblicata dal Guichard, dobbiamo concludere che questa, nelle sue linee essenziali, è esatta. Cfr. E. VERCESI, Il Vaticano, l'Italia e la guerra, cit., pp. 236 sgg. 202 BibliotecaGino Bianco

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