Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

La grande guerra e la questione romana dell'Intesa dall'altro, si dettero a lavorare intensamente per attirare nel loro campo l'Italia. Nessun cattolico, in nessuno dei paesi che erano impegnati nellà guerra, dichiarò che l'alleanza dell'Italia dovesse essere rifiutata, visto e -~onsiderato che si trattava di un paese la cui esistenza politica non era sta– ta ancora riconosciuta dalla Santa Sede. La carne da cannone è sempre uti– le, anche se non è stata benedetta dal papa. Dopo la battaglia della Marna cominciarono a intensificarsi in Italia le tendenze verso l'intervento nella guerra a fianco delle potenze dell'Inte– sa e contro gli Imperi centrali. Negli stessi giorni della battaglia della Mar– na, succedette a Pio X nel pontificato il cardinale Della Chiesa, che prese il nome di Benedetto XV. Era un uomo di mente aperta e di fede coraggiosa. Non era un genio, ma aveva buona conoscenza di quella tecnica diplomatica, che non può compensare il genio nella soluzione dei problemi, ma che sa evitare gli spro– positi irreparabili, e correggere in tempo gli errori a cui nessuno si sottrae. A paragone del suo predecessore e successore, era un'aquila; e regge ottima– mente anclie al paragone di Leone XIII, il quale apparve ai suoi tempi un grande papa, perché succedeva ad una lunga serie di papi, l'uno piu me– diocre dell'altro. Benedetto XV trovò la Chiesa cattolica intimamente divisa dalla per– secuzione selvaggia che Pio X aveva fatto contro i modernisti e contro i democratici cristiani, e disorganizzata da cima a fondo dalle passioni cie– che della guerra. Alla sua morte, l'unità della Chiesa era non solo salvata ma consolidata. La instancabile generosità, con cui si dedicò a soccorre– re i prigionieri e gli ostaggi civili di tutti i paesi belligeranti, senza distin– zione fra ricchi e poveri, fra cattolici e non cattolici, va ricordata con am– mirazione da chiunque abbia senso di umanità. Certamente la sua intelligenza aveva i suoi limiti. Eletto pontefice nei giorni della battaglia della Marna, accennò dapprima a voler fare politica fa– vorevole all'Intesa, e prese come segretario di stato il cardinale Ferrata, che era considerato favorevole alla Francia. 4 Ma poche settimane dopo la guerra si stabilizzò sul fronte occidentale, e la solidità militare degli Im– peri centrali si rivelò in tutta la sua imponenza. Allora egli cambiò tattica. Morto il cardinal Ferrata, mise al suo posto il cardinal Gasparri, che prove– niva dal clan di Pio X e di Merry del Val, e orientò per due anni (1915-16) tutta la sua tattica verso l'ipotesi della vittoria austro-tedesca. Errore piu che spiegabile. Chi prevedeva, prima del 1917, l'intervento degli Stati Uni– ti nella guerra? Chi, ancora nel 1917, prevedeva che quest'intervento avreb– be avuto un'apprezzabile efficacia sugli eventi militari? E senza l'interven– to degli Stati Uniti, la guerra sarebbe finita altrimenti che con la vittoria austro-germanica? Nel 1917, quando la vittoria degli Imperi centrali apparve impossibi– le, Benedetto XV seppe adattarsi con agilità alla nuova situazione, e tentò 4 R. POINCARÉ 1 Au service de la France: V. L'invasion 1 Paris, Plon, 1928, p. 304. 199 b oteca Gino Bianco

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