Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Prefazione venga perciò la concilz'azione, ma stiamo attenti a non "pagarla troppo cara sul terreno di tutte le altre relazioni fra la Chiesa e lo Stato, che hanno ben maggiore importanza che il problema di sapere se il papa deb– ba essere utente o sovrano dei palazzi vaticani." Timore, di cui i patti lateranensi con/ermeranno la piena consistenza. Lo strumento politico della riconquista cattolica è il nuovo partito po– polare che, nelle elezioni del 1919, ha ottenuto ad un tratto, per l'apporto determinante delle masse organizzate dal clero, cento deputati, che hanno preso "i'l posto di altrettanti' deputati della vecchi'a maggioranza liberale." "Tutte queste forze sarebbero andate a fini're nel partito socialùta, se il partito popolare non le avesse i'nquadrate. E sotto questo punto di vista si può affermare che i'l partito popolare ha compiuto efficacemente quella fun– zione di difesa preventi'va delle istùuzi·oni borghesi.e monarchiche, che Pio X aveva assegnato al vecchio partito clericale." Sarebbe tuttavia un grave er– rore considerare i'l partito popolare come un docile strumento delle mire conservatrià dell'alto clero. Infatti nel nuovo partùo, insi'eme ai· vecchi grup– pi cleri·co-moderatt·,"sono entrati' quasi tutti gli antt'chi democratici cristiani, che quindi'ci anni or sono erano stati· sbanditi da Pio X, o costretti a subire in silenzi'o la nuova disciplina: don Sturzo proviene appunto da questa ori– gine." Vi sono accorsi· anche molti giovani intellettuali, insoddisfatti dei vecchi partiti' di governo ma turbati dall'estremismo dei socialisti. "Tutti questi elementi· non hanno nessun legame necessari·ocon la borghesi·a indu– striale e terriera; e formano buona parte dell'ufficialità, che inquadra tutta quella massa anonima del proletariato, specialmente rurale, e della piccola proprietà, e delle classi·medie, che hanno cercato, fuori dei· partiti borghesi e fuori del socialismo, un terzo partito." Ecco dunque n'apparire, i'n edizione ri'veduta e aggiornata, quella lotta fra cattolici conservatori e cattolt'ci democrati'ci, che Salvemi·ni· aveva già delineato ventt'cinque anni prima. "La tendenza clerico-moderata è forte dei· personaggi piu annosi e piu autorevoli, onusti di titoli, di esperienza e di' abilità; gode le si·mpati·e dell'alto clero; ha l'appoggio dei quotidiani del trust cattolico; fa assegnamento sulla maggioranza dei deputati; è invitata continuamente ad andare verso destra dai nazi'onalisti, dai fascisti·, dagli agrari." Invece i democratici crùtiani·, che hanno il sostegno delle masse organi·zzate dai sindacati e dalle cooperative bianche e godono il favore di gran parte del basso clero, tendono a svolgere un ruolo autonomo nella politica italiana o ad allearsi coi socialisti. Benché i contrasti fra le due cor– renti non abbi"ano ancora compromesso l'esistenza stessa del partito, "c'è nel blocco una i'ncrinatura piu profonda che dai piu non si creda," perché "nasce dalla natura eterogenea degli elementi sociali, che convergono ad alt'mentare il movimento." La stampa cattolt'ca p1.'uconservatrice ha già iniziato (gennaio 1922) una campagna sistematica contro le "devi·azioni popolari" del partito di don Sturzo. Non osando "ri'mproverargli di non essere abbastanza conservatore," gli rinfacciano, senza alcun fondamento, di "non essere abbastanza cattoli- xx BibliotecaGino Bianco

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