Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Prefazione pulso del nuovo papa Pio X e nella nuova situazione politica e religiosa, creatasi con l'accresciuta minaccia socialista e la comparsa del modernismo, "trionfarono su tutta la lt'nea": la democrazia cristiana fu "condannata, scompaginata, soffocata." Nell'Italt'a giolittiana cominciò a determinarsi "quel ravvicinamento fra conservatori liberali e conservatori cattolici, che i cattolici nazionali avevano per tanto tempo predicato invano." Sotto la minaccia dei nuovi peri'coli, la pregiudiziale temporalista andò attenuan– dosi e il non expedit venne di fatto gradualmente abrogato. L'Italia gio– littiana "sembrò avviarsi verso la formazione di una maggioranza parla– mentare conservatrice clerico-liberale, nella quale il nucleo dei clericali puri tendeva ad ingrossarsi continuamente a spese dei liberali." Ma le ri– serve del Vaticano per la questione romana rimanevano integre, e veni– vano regolarmente ripetute. La, guerra e la crisi postbellica, eliminando con l'impero asburgico ogni resi'dua speranza legi'ttimista della Santa Sede, e ingigantendo la mi– naccia del socialismo rivoluzionario, hanno spinto la curia pontificia a ri– nunciare ad ogni seria rivendi'cazione territoriale. Oggi essa sarebbe dispo– sta a chi'udere la questi'one romana col semplice riconoscimento giuridico della propri·a sovranità sui palazzi apostolici e loro dipendenze. Una transazione, questa, che in se stessa presenterebbe piu vantaggi P'er l'Ita– lia che per il Vaticano. Il nostro governo, troncando l'annoso dissidio con un compromesso accettabile da entrambe le parti, eliminerebbe ogni base giuridica di future contestazioni e "una causa permanente di antipatia contro l'Italia in tutti i paesi in cui vi·vono cattolici,". trovandosi quindi rafforzato nella sua polùi'ca estera. La, questione però non è urgente: la concilt'azi'onefra il papato e l'Italia "non merita di essere né sospi'rata come indispensabi'le, né condannata come dannosa, né disdegnata come del tutto inuti'le. È un frutto che va maturando." Per la Santa Sede, il riconoscimento della sovranità sul lembo di ter– ritorio, di cui già usufruisce, non rappresenterebbe, come si afferma, una ga– ranzia assoluta per il libero eserci'zio della sua sovranità spirituale. N ep– pure gli' Stati della Chiesa davano al papa questa garanzia assoluta. "Lei indipendenza spirituale non dipenderà mai da condizioni materiali: deve essere sempre un fatto morale. La sua sola possibile garanzia è la coscien– za del papa, e non il territorio, su cui il papa si trova ad abitare." Esclu– dendo perciò, sul filo di un ragionamento che non concedeva niente alle abùudini mentali degli uomini' di chiesa, il movente dichiarato, Salvemini vedeva nella transazione un mezzo, per il Vaticano, di uscire da un cin– quantennio di steri'li proteste senza disorientare i fedeli di tutto il mondo cattolico ed eliminare, nel contempo, uno dei maggiori ostacoli all'ipoteca clericale sulla vita pubblica italiana. La, conciliazione, facilitando la defi– nitiva saldatura fra conservatori liberali e conservatori cattolici, allonta– nerebbe ogni pericolo di rivolgimenti sociali e permetterebbe alla Chiesa di strappare allo Stato ampi privilegi nella legislazione relativa alla fa– miglia; alla scuola, agli ordini relt'giosi, alla proprietà ecclesiastica. Ben XIX BibliotecaGino Bianco

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