Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Stato e Chiesa in Italia da Pio IX a Pio Xl fosse internazionalizzata, io preferirei la prima soluzione: "Uno Stato che perde una parte del suo territorio, è vinto ma non è disonorato; ma uno Stato che ammette il controllo di potenze straniere [...] , si mette virtualmente sotto una specie di protettorato. 1112 La stessa Santa Sede si sarebbe trovata in una posizione tutt'altro che dignitosa sotto un regime di garanzie e di interventi internazionali: infatti avrebbe potuto darsi il caso che una delle potenze garanti avesse qualche questione con la Santa Sede mentre la Santa Sed~ aveva qualche altra questione col governo italiano; se questo fosse avvenuto - l'esempio di Bismarck non era molto lontano -, sarebbe stato naturale che la potenza garante facesse pagare il prezzo della sua inerzia o del suo intervento nel conflitto italo-vaticano sia all'Italia, sia al Vaticano, sia a entrambi. 13 Oramai i governanti italiani non domandavano a Pio X che quella passi– vità, a cui egli era costretto dal sentimento della propria impotenza. Niente di male se egli continuava a ripetere di tanto in tanto le proteste rituali. Gli italiani vi erano avvezzi da molti anni. Bastava che non sollevasse dif– ficoltà irritanti. Le idee, che nel 1898 l'on. Sonnino esponeva sulla non de– siderabilità di una conciliazione ufficiale fra il Vaticano e il governo ita– liano,14diventarono nel primo decennio del secolo XX un patrimonio comune a tutti i piu seri uomini politici e pubblicisti italiani. 15 Dopo tutto, erano quelle stesse idee che Pio X aveva trovate nel testamento politico di Leo– ne XIII! Il fatto che nel Vaticano andava diffondendosi l'opinione che non fosse piu il caso di rivendicare il possesso della città di Roma, ci spiega un curioso incidente parlamentare che ebbe luogo nella Camera dei deputati nella seduta del 31 marzo 1909. Uno dei deputati cattolici-non cattolici, l'on. Cameroni, rivendicava il patriottismo dei cattolici, interrotto rumoro– samente dagli anticlericali dell'Estrema Sinistra. "Noi siamo veri italiani - egli gridò -: noi vogliamo l'Italia una nei suoi confini [...] ." "Con Roma capitale?," gli domandò uno dei suoi interruttori. "Sf, con Roma capitale," rispose il deputato cattolico. "Voi fate due parti in commedia," gli gridò un altro deputato anticlericale. "È stupido assolutamente - insisté l' on. Cameroni - che si domandi ancora a un deputato che siede in Parlamento, se riconosce Roma capitale. 1116 Gli applausi prolungati della destra e del centro coronarono questa dichiarazione. Era difficile seppellire piu esplicita– mente le rivendicazioni territoriali di Pio IX e di Leone XIII. Pio X lasciò passare questa dichiarazione senza sentirsi obbligato a con– dannarla. Il deputato se la cavò solamente con i biasimi ufficiosi dell'Osser– vatore romano e della Civiltà cattolt'ca. Il primo opinò che il discorso era stato "inopportuno e infelice e [...] disgraziato sotto diversi punti di vista": 12 V. E. ORLANDO, Su alcuni miei rapporti di governo con la Santa Sede, cit., p. 46. t3 Ibid. 14 Cfr. indietro, pp. 147-48. [N.d.C.] 1 s M. PERNOT, La Saint-Siège, l''Eglise catholique et la politique mondiale, cit., p. 107; L. SALVATORELLI, Saggi di storia e politica religiosa, cit., pp. 219 sgg. 16 "L'osservatore romano," 1° aprile 1909. 186 · BibliotecaGino Bianco

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