Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

L'agonia della "questione romana" semblea nazionale francese 431 voti su 513 votanti per il dominio temporale del .papa! E poi era venuta nel 1905 la denuncia del concordato e la legge di separazione, e poi nel 1906 i contrasti intorno alle associazioni :.,di culto, e poi nel 1907 l'espulsione di mons. Montagnini, agente ufficioso del Vaticano in Francia, e la confisca e pubblicazione delle sue carte. La battaglia diplomatica contro l'Italia era evidentemente perduta, né appa– riva possibilità di ricominciarla. In Italia, nessuno nel Vaticano poteva piu illudersi che fosse possibile sollevare un movimento serio per restituire Roma al papa. Pio X conosceva il popolo italiano. Non veniva dalla nobiltà, come Pio IX e come Leone XIII, ma dalla piccola borghesia rurale. Non era stato educato fuori della realtà, nelle scuole diplomatiche e teologiche di Roma, ma in un piccolo semina– rio di provincia. Aveva fatto tutta la sua carriera lontano dal Vaticano, cominciando come parroco in un piccolo comune del Veneto. Non poteva, quindi, ignorare che le ,nuove generazioni cattoliche erano del tutto indif– ferenti alle. passioni del 1870. I deputati cattolici-non cattolici erano sempre pronti a dichiararsi .figli obbedienti del papa, ma la questione romana non era piu che una pastoia fastidiosa alle loro attività politiche e alle loro fortune parlamentari. Finché evitavano di rispondere francamente alla do– manda se accettavano o no l'unità politica d'Italia con Roma capitale, la loro posizione rimaneva equivoca e imbarazzata: erano accettati nella maggioranza parlamentare come ospiti provvisori, che avrebbero forse preso la via dell'uscio, non appena avessero osato parlare di quella certa questione romana, di cui per il momento non osavano parlare. Dal momento che ogni speranza di restaurazione territoriale era svanita, perché non fare una buona volta punto e da capo? 6 Quando precisamente l'idea di cercare una soluzione, che non fosse quella della restituzione territoriale, si sia presentata alla mente di Pio X e dei suoi collaboratori, non è possibile determinare con l'aiuto dei docu– menti .finora conosciuti. Possiamo solamente dire che, secondo ogni proba– bilità, essa andò lentamente maturando via via che peggioravano le relazioni del Vaticano con la Francia e che già nel 1907 essa aveva fatto molta 6 Rielaborando, a quanto pare, la prima stesura di questo capitolo, Salvemini scriveva nel ms. de La prima disfatta della democrazia cristiana: "Non è dunque arbitrario ritenere che Pio X, come opinione personale, non avrebbe insistito nel rivendicare alla Santa Sede nessuna sovranità territoriale. D'altra parte, nel salire al pontificato, aveva prestato giuramento di mantenere intatti i 'diritti' della Santa Sede. Nella sua religiosità semplice, non era uomo da cavillare sul giura– mento prestato. Eppoi c'era sempre nel suo entourage chi lavorava a ricordarglielo. Era naturale perciò che rimanesse fermo alle formule tradizionali dei suoi due predecessori, non facesse o con– sentisse manifestazioni positive che potessero essere considerate come rinunce. Ma nello stesso tempo lasciò cadere la politica, che oggi diremmo 'attivista,' di Pio IX e di Leone XIII, e prese una posizione di non resistenza, passiva, che gli permetteva di ricavare tutti i possibili vantaggi da una situazione che dopo tutto consentiva molte e molte 'combinazioni.' Se il problema rima– neva cosi impregiudicato, i suoi successori avrebbero provveduto a risolverlo quando e come la Provvidenza avrebbe deciso. Nell'autunno del 1904 vietò ai leaders dei cattolici romani di inter– venire al battesimo del principe ereditario: l'intervento a una cerimonia di quel genere era pre– giudicare un problema che doveva rimanere intatto. Avendogli quelli fatto osservare che obbeden– dogli avrebbero provocato una vittoria anticlericale nelle elezioni municipali di Roma, Pio X ri– spose: 'Abbiate fede. Il Signore provvederà nell'ora segnata da Lui.' (Racconto del sen. Santucci :,ul 'Corriere della sera,' 15 giugno 1929.)" [N.d.C.] 183 blioteca Gino Bianco

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