Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Stato e Chiesa in Italia da Pio IX a Pio Xl cipii religiosi dei cattolici, ma di propugnare altresf per quanto possibile quel programma religioso e sociale al quale devesi informare tutta l'azione dei cattolici italiani. 8 La Sacra Penitenzieria autorizzò i vescovi a sospendere ufficialmente il non expedit in 72 collegi elettorali. In 38 collegi, i gruppi locali presen– tarono candidati cattolici che non si dichiaravano cattolici, ma di cui tutti sapevano che erano cattolici. Gli sforzi dell'Unione elettorale per disciplinare il movimento dei gruppi locali riuscirono vani. In alcuni collegi, in cui il non expedit rimase in vigore, i vescovi consigliarono ufficiosamente { fedeli a votare egualmente. In altri collegi, in cui i vescovi mantennero il non expedit, il clero e i fedeli andarono a votare lo stesso, come era loro abitudine da tempo imme– morabile: Questo era lo scandalo di una lotta sorda o aperta, fra il Vaticano e un vescovo, fra un vescovo e il suo clero. In un collegio si videro, allora, i cattolici votare contro un liberale costituzionale e assicurare il trionfo di un radicale; in un altro un sentimento di reazione e di collera spinse i fedeli e gli stessi sacerdoti a favorire con il loro voto e con la loro propaganda i socialisti piu accesi. 9 In 16 dei 38 collegi, in cui vi furono candidati cattolici-non cattolici, questi furono eletti. Non è agevole determinare quale influenza i voti dei cattolici abbiano avuto nei collegi in cui non vi erano candidati cattolici. Nelle elezioni del 1904 il numero degli elettori intervenuti alle urne (62,7% degli iscritti) fu superiore a quello del 1900 (58,3% degli iscritti), e i seggi conquistati dai candidati repubblicani e socialisti scesero da 60 a 43. Ma questi due fatti possono essere spiegati non tanto come risultati di una mobilitazione generale delle riserve cattoliche rimaste fìn'allora inerti, quanto come effetto della reazione conservatrice che succedé allo sciopero generale. Nelle elezioni del 1909 intervenne alle urne il 65% degli elettori iscritti. Se si confrontano le votazioni del 1909 con quelle del 1904 in quei collegi, in cui nel 1909 fu tolto ufficialmente il non expedit, si vede che nel 1909 il numero degli intervenuti alle urne non aumentò affatto. Questo conferma che i cattolici erano sempre andati a votare di loro autorità, senza aspettare il permesso del papa. 10 Inoltre è da notare che nel 1909 i 8 "La civiltà cattolica," 1909, vol. I, p. 626. [N.d.C.] 9 M. PERNOT, La politique de Pie X, cit., pp. 155-57, 205. 10 Nel ms. de La prima disfatta della democrazia cristiana Salvemini corresse ed aggiunse: "In quelle elezioni [1909] intervenne alle urne il 65% degli elettori iscritti. Si può ritenere, perciò, che i cattolici portarono alle urne un terzo dei votanti, che altrimenti si sarebbero aste– nuti. Nonostante quest'intervento, i deputati repubblicani e socialisti risalirono da 4.3 a 65. Ma si può sempre sospettare che senza quell'intervento il loro numero sarebbe cresciuto anche cli piu. E comunque gli imponderabili avevano piu peso dei risultati numerici elettorali. Luigi Salvato– relli osservò nel 1914 che mentre Leone XIII, con l'intransigenza del non expedit, aveva tolto al clericalismo italiano gran parte della sua influenza politica, Pio X aveva fatto del non expedit 'un'arma per mercati politici, che finivano per avere la loro influenza in seno alla rappresentanza nazionale.' 'Fino a lui il potere legislativo era esercitato in Italia dalle due Camere e dal Re. Oggi è esercitato dalle due Camere, dal Re e da Pio X. Negativamente, piu che positivamente, poiché un carattere negativo hanno gli impegni che i deputati eletti con i voti clericali assumono nelle mani di monsignor Vescovo. Ma negativo non significa non effettivo. Tutt'altro! Nella que- 178 BibliotecaGino Bianco

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