Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Prefazione uso e consumo dei siderurgici e dei cotonieri. " 11 In questo momento "una lotta religiosa [ ...] rappresenterebbe un errore funesto per la democrazia [ ...] : non solo i partiti democratici sarebbero distratti necessariamente dal fare pressione intorno ai problemi [ ...] che oggi urgono sopra tutti gli altri, ma si troverebbero a dover lottare contro buona parte della clas– se proletaria italiana, che il clero metterebbe in movimento col pretesto della difesa della fede, salvo a utilizzarla realmente per la difesa delle ingiustizie sociali!" "LA democrazia, invece di approfondire l'abisso fra il proletariato clericale e il proletariato anticlericale con lotte religiose [...] , devè sforzarsi di staccare il proletariato clericale dalla gerarchia ecclesia– stica." Beninteso che questo programma non deve essere un pretesto per colpire le organizzazioni elettorali e sindacali cattoliche: "prima ancora di essere democratici, siamo incrollabt'lmente liberali, perché abbiamo fede assoluta nella lt'bertà assi'curata a tutti, e difesa contro chiunque [ ...] . Appunto per conservarci integro questo diritto, noi difenderemo sempre il di'ritto dei· clericali ad organi·zzarsi economicamente e politicamente come a loro pare e pi·ace. 1118 L'uni·co terreno, su cui non si deve transigere, è la scuola, perché la Chiesa cattolt'ca, in conformità a una dottrina riaffermata anche da Leone XIII nell'enciclica Libertas, pretende che soltanto la sua "verità debba in- I l . " 'd 1 "l'b à d'. " 11 1· " ormare e menti, consi era a t ert insegnamento una tcenza, e solo in via provvùort'a e per cause di forza maggiore (la famosa "antitesi" contrapposta alla "tesi") tollera il libero confronto delle idee. 19 Di fronte a simili pretese, Sa/vernini non perse mai un'occasione, durante tutta la sua vita e in tutti i suoi scritti, di reagire con l'indignazione, il sarcasmo, l'implacabile pignolert'a di cui era capace. LA libertà d'insegnamento riven– dicata dai clericali non era dunque lt'bertà per tutti, "ma per sé soli"! Non fu mai tentato, nondt'meno, di ripagare gli intolleranti con la stessa moneta. Egli riconosceva la legittimità di alcune richieste del movimento cattolt'co nel campo scolastico, e si oppose con veemenza alla proposta, di ispirazione massoni·ca, dt' escludere i sacerdoti dalle scuole statali: "ché, se col prete voi escludete dalla scuola [ ...] la fede cattolica [ ...], la vostra scuola non sarà piu scuola laica [...] . Sarà scuola confessionale anticattolica, pagata col denaro di tuttt·, ma messa a servizio dei partiti anticattolt'et'. ll']J) Nel dopoguerra, la nascita del partito popolare non attirò immediata– mente la sua attenzione di studioso e di pubblicùta. Ma non andrebbe errato chi gli attribuisse fin da allora una schietta simpatia per la figura e le idee di don Sturzo, se nel 1919 manifestò pubblicamente il suo ap- 17 I proble~i impror'!ga~ili (1912), ~ Il min!s~ro della mala vita, cit., pp. 273-74. 18 Democra:ua e clericalismo (1914), m Il ministro della mala vita cit., pp. 364, 365, 3~9-7~. C!t, . anche, nello s~esso volume, pp. 307-308 (1913), 351-55 (1913). Si vedano inoltre: L ~nttclertcalt~mo de "L'unità" (1912), in L'Unità di Gaetano Salvemini, a cura di B. Finoc– ch1aro, Venezia 1958, pp. 229-30, e Alla "Giordano Bruno" (1913) pp. 365-67 di questo volume. 19 ~l pro;.ram'!'a scf!lastico dei clericali (1913), in Opere, V,' Scritti sulla scuola, a cura di L. Borghi e B. Frnocch1aro, pp. 897-98. 20 Che cosa è la laicità (1907), in Scritti sulla scuola, cit., p. 891. \ XVII bllotecaGino Bianco \

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