Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

I primi anni del pontificato di Pio X Pio X nell'aprile 1904, quando il presidente della repubblica francese, Lou– bet, si recò ufficialmente a Roma a visitare la corte italiana, protestò gros– solanamente contro siffatta visita a "colui che deteneva contro ogni di– ritto" la sovranità su Roma, "intollerabile affronto alla Santa Sede. 1112 Ne seguf la rottura delle relazioni diplomatiche fra la Francia e il Vaticano e un anno dopo l'abolizione del concordato in Francia. 13 In connessione con quel clamoroso avvenimento, la Civiltà cattolica pubblicò nei primi cinque mesi del 1904 una serie di ponderosi articoli, i quali miravano a dimostrare hon solo che il papa era il proprietario del Vaticano, degli annessi giardini, della biblioteca e dei musei, ma che tutti questi edifici e terreni erano sempre rimasti politicamente fuori del regno d'Italia, e la sovranità del papa su di essi non era mai cessata.1 4 Cosf la Civiltà cattolica rifiutava qualunque contestazione sullo stato giuridico del Vaticano e dei terreni ed edifici annessi, annullava la legge delle guarenti– gie come insensata dal pqnto di vista del diritto internazionale, e lasciava aperta la via a tutte quelle ulteriori rivendicazioni territoriali, che le circo– stanze avessero reso, quando che sia, praticabili. 15 Nel giugno 1904, in Bergamo si doveva eleggere un deputato. Berga– mo era una delle città in cui il movimento cattolico era piu intenso e me– glio organizzato. Pio X e i suoi consiglieri pensarono che i cattolici di Ber- 12 "La civiltà cattolica" (1904, vol. II, p. 405) scriveva: "Col viaggio di Emilio Loubet, la Francia altro intento non raggiunse che di venire in Roma a consertare trionfalmente il suo anticlericalismo con quello dell'Italia massoneggiante o libertina, per ischiaffeggiare il Pontificato e schiacciarne l'autorità. Chi avrebbe mai pensato che verrebbe un giorno, in cui la Francia, la custode armata della libertà della Chiesa, ricolma da Pio IX di benefizii, accarezzata da Leone XIII, la Francia dimenticherebbe le sue tradizioni, il suo diritto, la sua fede, i suoi medesimi interessi, per venire, nella persona del suo Capo, a dire all'Italia, che ella approva quanto si fece, che si obbliga a non ritornare piu sul passato, rinuncia a tutte le sue prerogative, a tutti i suoi diritti, ratifica il fatto compiuto, si separa definitivamente dal Papa; che ha cessato di essere una nazione cattolica, e per conseguenza né gli interessi del Papa, né gli interessi della Chiesa ormai non la riguardano piu? Eppure questo è il significato della visita di Loubet e delle frenesie, che dal 24 al 27 aprile tanto in Roma la esaltarono." 13 Nel ms. de La prima disfatta della democrazia cristiana Salvemini aggiunse: "Mons. Du– chesne [sul quale cfr. la nota 22 a p. 361], alludendo al fatto che Pio X era stato patriarca di Venezia prima di diventar papa, e facendo un gioco di parole fra la 'gaffa' dei gondolieri vene– ziani e la 'gaffe' (passo falso) francese, sentenziò che Pio X 'conduceva la gondola· di san Pietro con la gaffe."' [N.d.C.] 14 Di chi è il Vaticano? Note storiche e giuridiche, "La civiltà cattolica," 1904, vol. I, pp. 9-25, 145-57, 295-309; La proprietà del Vaticano secondo la legge delle guarentigie. Note sto– ric~e e giuridiche, Ibid°/. pp. 385-400; L'estraterritorialità del Vaticano. Note storiche e giuridiche, Ibtd., voi. II, pp. 257-r:,9,513-26. [N.d.C.] 1 s Nel ms. de La prima disfatta della democrazia cristiana Salvemini aggiunse: "Anche il giornale cattolico tedesco Das Vaterland, il 25 giugno 1904, pubblicò un comunicato del Centro d'informazioni per la stampa cattolica, dal quale si apprendeva che Pio X, come Pio IX e Leo– ne XIII, teneva fermo nell'affermare che il governo italiano aveva spogliato la Chiesa dei suoi possedimenti 'in modo non legittimo,' che il pontefice romano non godeva della libertà, sicurezza e indipendenza necessarie, e che l'illegalità e l'indegnità di quella situazione doveva essere rime– diata. Appena si fosse convinto che si voleva e si poteva procurargli 'una libertà realmente ga– rantita,' il papa 'avrebbe offerto la mano per la pace.' Il papa non pretendeva una 'determinata estensione di terreno,' né era nemico 'per principio' dell'unità italiana; ma avrebbe continuato a protestare fin quando non avesse ottenuto di nuovo 'una vera e propria e piena sovranità.' 'Non abbiamo mai saputo che i papi dopo il 1870 abbiano desiderato uno stato per la cui difesa erano necessari un esercito gigantesco e una gran flotta. Né abbiamo ancora sentito dire che San Ma– rino rechi pregiudizio all'unità italiana, o che il principe di Monaco o il principe di Lichtenstein nei loro staterelli siano meno sovrani di quanto non lo sia lo zar nel suo vasto impero.' Giustis– simo. Ma la nuova repubblica di San Marino, o nuovo principato di Lichtenstein, o principato di Monaco, fin dove avrebbe dovuto arrivare? Indicavano queste parole un passaggio dalla dottrina di Leone XIII alle proposte del Leroy-Beaulieu? Impossibile rispondere. Per il momento, rima– neva fermo il solo principio che la Santa Sede non accettava, e i cattolici italiani non accettava– no, di collaborare con gli 'usurpatori.'" [N.d.C.] 159 • bi oteca Gino Bianco

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