Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

I primi anni del pontificato di Pio X fuoco. Era delittuoso evocare gli spiriti maligni, anche se questo fosse fatto con l'intenzione di esorcizzarli dopo averli evocati. Le repugnanze antidemocratiche di Pio X erano esasperate dalla fobia antimodernista che lo dominava. Egli vedeva il pericolo dell'eresia modernista dappertutto. Alcuni leaders della democrazia cristiana davano pascolo ai suoi terrori, atteggiandosi a novatori, sul campo dogmatico oltreché su quello politico.4 Anathema siti L'urto non si fece aspettare a lungo. Nel novembre del 1903 l'Opera dei congressi tenne un'adunanza nazionale a Bologna. I democratici cri– stiani vi intervennero in massa, e vi riportarono una maggioranza schiacciante contro i vecchi barbassori. Il papa parò il colpo, pubblicando il 18 dt– cembre 1903 un motu proprio,5 in cui raccolse dai documenti anfibi di Leone XIII quelle sole proposizioni che contraddicevano il programma e la tattica della democrazia cristiana, e sulla base di quella raccolta pronunciò una condanna inequivoèabile del movimento. 6 Per quanto riguarda la questione romana, Pio X non domandava che di continuare per la via già battuta da Leone XIII. Questi, morendo, aveva lasciato per il collegio dei cardinali e per il suo successore un testamento politico, nel quale affermava con la massima energia che la Santa Sede po– teva garantire la propria indipendenza dal governo italiano in un modo solo: perpetuando il suo dissidio col governo italiano. Il giorno in cui la Santa Sede avesse abbandonato la sua posizione di intransigenza, le influenze dell'immediato ambiente italiano su di essa sarebbero diventate irresistibili; lo stesso papa, lo stesso conclave non avrebbero potuto sottrarsi a quelle influenze; la supernazionalità della Santa Sede sarebbe apparsa attenuata a profitto dell'Italia: l'unità cattolica sarebbe stata messa in..pericolo. 1 Pio X, eletto pontefice, ripeté il giuramento e la protesta rituali sui "diritti imprescrittibili della Santa Sede," e si astenne, come aveva fatto Leone XIII, dal dare la benedizione alla folla che aspettava in piazza San Pietro. 8 In una lettera del 12 dicembre 1903, al periodico Il domani sociale: di Bergamo, il nuovo segretario di stato, mons. (non ancora cardinale) Merry del Val, smentf che il nuovo pontefice pensasse a revocare il non expedù. 9 Nel motu proprio del 18 dicembre 1903, Pio X ripeté le istruzioni 4 F. OLGIATI, La storia dell'azione cattolica, cit., pp. 297 sgg.; E. VERCESI, Il movimento cattolico in Italia, cit., pp. 118-19. 5 Dell'azione popolare cristiana, in "La civiltà cattolica," 1904, vol. I, pp. 3-8. [N.d.C.] 6 Nel ms. de La prima disfatta della democrazia cristiana: "E ordinò che [quelle propo– sizioni] fossero tenute affisse nelle sedi dei comitati, circoli e unioni cattoliche, e fossero spesso rilette nelle adunanze. (I. GIORDANI, Le encicliche sociali dei papi, cit., p. 181, racconta che Pio X, 'per l'azione sociale cristiana, attese ad applicare ed estendere [sic!] iniziative e dottrine di Leone XIII, dai cui Atti ed encicliche estrasse un Sillabo di 19 proposizioni riproposte allo studio degli italiani con Motu Proprio del 18 dicembre 1903.' Ma si guarda bene dal riprodurre questo 'Sillabo.') La democrazia cristiana non doveva (mai servire a partiti ed a fini politici,' e doveva astenersi del tutto da 'qualsivoglia azione politica' che, 'per ragioni di ordine altissimo' (vedi questione romana) 1 era interdetta ad ogni cattolico; essa aveva obbligo strettissimo di dipen– dere dai vescovi." [N.a.C.] 1 E. RENARD, Le cardinal Mathieu, 1839-1908, Toulouse-Rome, s.a., p. 369. a J. DE NARFON, Pie X, Paris, Delagrave, 1904, pp. 85-86, 225, dice che la deliberazione di non alterare la procedura inaugurata da Leone XIII fu presa dai cardinali in una seduta pre– paratoria prima che si aprisse il conclave. 9 Ibid., pp. 226-27. 157 oteca Gino Bianco

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