Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Pace in tempo di guerra l'Italia. 13 Leone XIII da un lato protestava solennemente contro lo stato di prigionia in cui era tenuto dagli "usurpatori," e dall'altro consentiva ad ·· ogni pie' sospinto a "combinazioni," che mal si conciliavano con le sue proteste. Alla lor volta, gli italiani lasciavano cadere con indifferenza spesso motteggiatrice le proteste, e si prestavano di buona grazia alle "combina– zioni." Era questa, dunque, la lotta senza quartiere fra la vittima e gli op– pressori, di cui parlavano fuori d'Italia i propagandisti dell'obolo di san Pie– tro? Solo dopo una lunga iniziazione essi riuscivano a penetrare nei nuovi misteri eleusini, e capivano che le proteste erano fatte per uso esterno, mentre le "combinazioni" servivano per uso interno. Fertile di "combinazioni," spesso elegantissime, fu il problema delle questioni scolastiche. Il governo vietò nel 1876, come abbiamo accennato, la formazione di una università cattolica. Questa era certo una violazione della libertà di insegnamento. Ma nessuna legge impedf mai agli studiosi cattolici di diventare insegnanti nelle scuole dello stato. Uno scrittore catto– lico scrive a questo proposito: Si sarebbe ingiusti verso gli uomini, che allora dominavano alla Minerva o nel piu delle cattedre, se si credesse che i professori cattolici trovassero grandi difficoltà a essere ammessi e dovessero superare aspre ostilità nel loro cammino universitario. Quanta era l'avversione a istituti liberi, altrettanta [...] la propensione a un eclettismo per cui i pro– fessori, formatisi con qualunque indirizzo intellettuale, insegnassero dalla cattedra quel che volevano. 14 Nell'università di Padova insegnarono, l'uno accanto all'altro, filosofia Francesco Bonatelli, laico cattolico, e storia della filosofia Roberto Ardigò, antico canonico della cattedrale di Mantova, divenuto ateo. Nell'università di Bologna insegnarono, l'uno accanto all'altro, Giosuè Carducci, anticleri– cale, letteratura italiana, e Francesco Acri, cattolico, filosofia. All'Istituto superiore di Firenze, Augusto Conti insegnava filosofia cattolica, e Gaetano Trezza, antico sacerdote divenuto ateo, insegnava letteratura latina, e com– mentava Lucrezio con entusiasmo che si potrebbe dire religioso. E morto Trez– za, gli successe nella stessa cattedra un cattolico fervente, Felice Ramorino. All'Accademia scientifico-letteraria di Milano si ebbe un caso ancora piu caratteristico: un antico sacerdote diventato ateo, Cristoforo Bonavino, vi ottenne la cattedra di filosofia; mentre teneva quest'insegnamento, si ricon– verti al cattolicismo; e fu lasciato libero di insegnare cattolicismo dalla stessa cattedra donde aveva insegnato ateismo. Contardo Ferrini, professore di dirit– to romano prima nell'università di Modena e poi in quella di Pavia, mod in odore di santità, e presso la curia romana è in corso il processo per la sua beatificazione. 15 13 Nel ms. de La questione romana Salvemini aggiunse: "Essi sospettavano talvolta che il papa e il re si fossero messi d'accordo 'per continuare la simulazione della guerra, o anche per farla davvero, ma cortesemente, tranquillamente, con precauzione.' {Comte PAULVASILI, La société de Rome, in "Nouvelle revue," Paris, 1887, p. 97.)" [N.d.C.] 14 F. CRISPOLTI, Universitari cattolici [ree. a F. MEDA, Universitari cattolici italiani], nel "Corriere della sera," 18 luglio 1928 (2a ed.). 15 Lo scrittore cattolico or ora citato spiega questa "strana atmosfera di libertà, sia pure 151 B bhoteca Gino Bianco

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