Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Stato e Chiesa in Italia da Pio IX a Pio Xl La legge che vietava l'istituzione di università libere fu a poco a poco dimenticata. Se i cattolici non riuscirono per molti anni ad avere una uni– versità propria, questo dipese dal fatto che non avevano né gli insegnanti né i mezzi finanziari per mantenerla. Quando trovarono i mezzi, allora fonda– rono la "Università del Sacro Cuore" in Milai:io (dicembre 1919), senza nes- · sun ostacolo di nessun genere. Molti fra gli insegnanti della nuova università li presero dalle università dello stato. Quanto alle scuole secondarie, nessuna legge e nessuna consuetudine vietò mai ai cattolici di crearne quante ne volevano. Legalmente, l'ordine dei gesuiti era vietato in Italia. Ma tutti sapevano che la Civiltà cattolica, la battagliera rivista dei clericali intransigenti, che usciva in Roma, era compilata da un apposito comitato di gesuiti. Un collegio per alunni di scuole secondarie, tenuto dai gesuiti, ottenne nel 1895 il privilegio di con– ferire ai suoi alunni certificati di studio aventi valore legale, come le altre scuole secondarie mantenute o riconosciute dal governo. L'insegnamento del catechismo cattolico nelle scuole elementarÌ 16 non fu mai abolito esplicitamente da nessuna legge. Ma la legge del 1877, che rese obbligatoria la scuola elementare in tutta l'Italia, non lo incluse nelle materie di insegnamento. Questo silenzio doveva essere interpretato come abrogazione della legge del 1859, che poneva il catechismo tra gli insegnamenti obbligatori? Il problema fu risolto caso per caso dalle ammini– strazioni comunali. Di regola, nell'Italia settentrionale, dove molte scuole esistevano prima del 1877, quando l'insegnamento del catechismo era obbli– gatorio, questo continuò ad essere impartito nelle scuole nuove, via via che venivano istituite. Nell'Italia meridionale, dove le scuole elementari furono quasi tutte create dopo il 1877, le autorità comunali non si preoccuparono di organizzarvi l'insegnamento del catechismo; le famiglie e il clero non protestarono; e il problema fu risolto in senso negativo senza essere neanche discusso. Nel 1900 l'insegnamento catechistico era impartito in 5976 comuni su 8258; la percentuale degli alunni iscritti per questo insegnamento anda– va da un massimo del 94,6% in Piemonte a un minimo del 18,2% nell'Um– bria (antico dominio della Chiesa !). 17 Nell'Italia settentrionale, le amministrazioni comunali, che erano con– quistate dagli anticlericali, lo abolivano; quelle che erano conquistate dai cattolici o dai nazionali conservatori, alleati dei cattolici, lo ristabilivano. agnostica, concessa negli istituti legali ai singoli professori," come conseguenza del fatto che que– gli istituti "preferivano l'istruzione, che permette varietà, all'educazione, che richiede unità." (F, CRISPOLTI, Universitari cattolici, cit.). Secondo lo scrittore, dunque, non c'è edu_cazione, ~a se~– plicemente istruzione in una università, in cui insegnanti di opinioni diverse, nspettandost a vi– cenda e rispettando le coscienze degli alunni, offrono a questi il modo di scegliersi la loro strada, con l'uso libero della loro ragione. La sola educazione deg.na di questo nome sarebbe _quella. che un corpo omogeneo di insegnanti, dopo avere giurato fedeltà ad una sola corrente dt pensiero, impa;:tisce ad una scolaresca fornita di paraocchi, alla quale non è lecito aderire a nessuna altra corrente di pensiero. 16Sull'insegnamento del catechismo dr. anche piu avanti, pp. 174-77. [~.d.C.] . . 11 Digesto italiano, Torino, Utet, 1927, vol. XIII, parte Il, p. 879. ,. Se s1 avesse prov1~c1_a per provincia il numero degli alunni frequentanti la scuola nelle ore d~ll insegnamento _catechtstt– co, si disporrebbe di un interessante documento per distinguere in Italia le zone ca_ttoltche dalle zone indifferenti. 152 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=