Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Pace in tempo di guerra gnò nelle sue visite. Fra gli altri personaggi, Ward andò a vedere il ministro degli Esteri, ammiraglio Canevaro, e il barone Sonnino, che era allora il lea– der della maggioranza parlamentare. Dopo aver ascoltato il progetto di Mr. Ward per la soluzione della "questione romana," Canevaro disse, in sostanza : "Penso che voi cattolici stranieri non vi rendiate ben conto della situazione. Io credo di essere un buon cattolico. Il Papa è il mio capo spirituale. Mi ha sempre ama– reggiato che il conflitto tra l'Italia ·e il Vaticano debba influire a tal punto sulle que– stioni religiose che, per esempio, le nostre navi da guerra non abbiano potuto avere finora cappellani militari. Il Vaticano non ne sanzionerebbe la nomina. L'anno scorso, quando io comandavo le squadre europee al largo di Creta, alcuni dei nostri marinai morirono. Con mio dolore, dovettero essere seppelliti senza funzioni religiose. Perciò, quando assunsi la carica [di ministro], volli vedere se era possibile trovare un acco– modamento col Vaticano circa la nomina dei cappellani. I negoziati sono stati piu spe– diti del previsto, e tra poco un certo numero di frati francescani saranno nominati cappellani nella nostra flotta. 'Ma sa la condizione posta dal Vaticano prima di iniziare le trattative? Che, qualunque ne fosse il risultato, fosse o no raggiunto un accordo, le relazioni ufficialmente ostili tra l'Italia e il Vaticano non avrebbero dovuto subire al– cun mutamento." "Impossibile," esclamò Wilfrid Ward. "Possibilissimo e per di piu perfettamente vero," replicò Canevaro. Urtato e incredulo, Wilfrid Ward troncò la conversazione e prese commiato dal ministro degli Esteri. Mentre discendevamo le scale della "Consulta," mi domandò: "Perché quell'uomo mi ha raccontato simili frottole?" "Non ha mentito," dissi. 11 '.È un onesto marinaio, incapace di raccontarle bugie. Vi sono a Roma ingranaggi, che noi stranieri ignoriamo e di cui non sospettiamo nep- 1 , . ,, pure esistenza. Ancora incredulo, Ward ritornò sull'argomento in un nostro incontro con Sonni– no. Poiché la conversazione si svolse in inglese, egli si sent1 piu a suo agio. "Perché il ministro degli Esteri ha ritenuto opportuno dirmi una bugia?", do– mandò. "Non era una bugia," rispose Sonnino. "Era perfettaml'!nte vero: ciò potrebbe aiutare voi cattolici inglesi a capire che la 'questione romana' è piu complicata di quanto non immaginiate. Voi credete che il Papa e il Vaticano siano realmente ansiosi, come sembrano, di recuperare il potere temporale, e che la 'questione romana' non potrà essere risolta finché non saranno soddisfatti. Naturalmente, alcuni la pensano cos1, ma questi non hanno alcuna influenza effettiva. A volte, quando i cardinali sono irritati, parlano in questo modo; ma nel loro intimo sanno, come lo sappiamo noi, che la 'questione romana' fu risolta quando le truppe italiane entrarono in Roma nel 1870. Non è nel loro né nel nostro interesse giungere ad una 'conciliazione.' Né loro né noi possiamo permetterci che si dica che il Papa è il cappellano del Re'. Prendiamo il mio caso. Io sono un protestante, ma anche un italiano. Io vedo nella. Chiesa la piu grande istituzione italiana, la principale agenzia per la diffusione della 'italianità' nel mondo. La gerarchia che la governa è principalmente italiana. In effetti, se la ' Chiesa vuol re– stare Romana ed essere governata con successo, questa preponderanza non deve venir meno. Noi italiani non potremmo mai tollerare un Papa straniero, una gerarchia straniera in mezzo a noi. Noi vogliamo che il Vaticano sia italiano. Quando vi fosse stata una 'conciliazione' tra il Papa e il Re, quando il Papa cessasse di protestare contro la sua 'prigionia,' voi cattolici stranieri sospettereste subito il Vaticano di essere piu italiano che cattolico, e vorreste qualcosa di simile a una rappresentanza propor– zionale nel Sacro Collegio dei cardinali. Col tempo avremmo un Sacro Collegio con una maggioranza di stranieri: francesi, tedeschi, spagnoli, americani, austriaci e cos( via. Un giorno, essi eleggerebbero un Papa straniero, che noi dovremmo cacciare da Roina. In Vaticano lo sanno benissimo. Ecco perché mantengono un atteggiamento anti- 147 bllotecaGino Bianco

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