Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Prefazione anzi andrà accentuando con gli anni, il suo senso religioso della vita e il suo profondo rispetto per ogni religione sinceramente pr<;>fessata. La lettura del Vangelo, fatta nell'adolescenza, aveva lasciato nel suo pensiero "un grande graffio che rimase. 117 "Chi ha una volta scoperto nel suo spirito la sorgente da cui le religioni rampollano, non vede priu inaridirsi quella fon– te, dogmi o non dogmi, sagrestani o non sagrestani. Non tradirà mai gli ideali della sua gioventu, anche quando dovrà ricordarsene con un po' di indulgente ironia. 118 Nel 1904-5, scrivendo il Mazzini, si commuoveva an– cora al ricordo della preghiera evangelica: "Nessuno di noi può riandare quella preghiera i'nfantile senza sentir palpitare in sé un fervido desiderio di giustizia, di amore, di pace. 119 Nel 1919, appoggiando pubblicamente la candidatura a deputato di un amico democrati'co crùtiano, esaltava "il cri– sti'anesimo della li"bertàper tutti', della giusti'zia per i deboli, della carità per gli uomini' compagni di dolore nella vita. lo appartengo a quella reli– gione stoica, che non ha nessun dogma e nessuna speranza di vita futura, ma ha comune col cri'stianesimo il rispetto della libertà, il bisogno della giustizia, l'istinto della carità umana. 1110 Nel 1946, già vecchio e aspramente polemico verso la Chi'esa cattolica, gioi'va di essere classificato, da un "catto– lico sincero," come "cristiano": "I o stesso, quando debbo spiegare quali' sono le basi della mia fede morale, rispondo senza esitazione che sono 'cri– stiano.' E se la gente mi domanda che mi' spieghi meglt'o, di'chiaro che so– no cristiano perché accetto incondizi'onatamente gli insegnamenti morali di Gesu Cristo, e cerco di praticarli per quanto la debolezza della natura umana me lo consente; quanto ai dogmi, che sono andati sovrapponendosi agli insegnamenti morali ·di Cristo, non me ne importa propri·o nulla [ ...] . Io mi sono arrestato all'anno della crocifissione [ ...] : i catafalchi dogmatici dei secoli' successivi non mi riguardano. 1111 E alla vigilia della morte ripeteva che, come per la "vecchierella di Pascal," la "guida" della sua vita era stato Gesu Cristo, "che ha lasciato il pi·u perfetto codice morale, che l'uma– nità abbia mai conosciuto. " 12 Dopo il saggio già esaminato, per molti anni Salvemini non si occupò piu, espressamente, del movimento cattolico. Ma continuò a considerarlo, a piu potente, se non per numero, per aderenze e per influenza spirituale; intorno ai reazionari clericali si stringeranno i reazionari, che per ora sono liberali, e in seguito diventeranno clericali, e il gruppo democratico dovrà dopo un po' di opposizione sottomettersi, pena la scomunica, direbbe il Giusti. Però l'azione dei clericali è importantissima, perché scalza il terreno dalla destra sotto il governo, mentre altri lavorano dalla sinistra": Movimento socialista e questione meridionale, cit., p. 99. 7 Una pagina di storia antica, "Il ponte," febbraio 1950; ripubblicato in Che cosa è la coltura?, Parma, 1954, p. 34. s Ibidem, p. 59. 9 Cit. da E. GARIN, Gaetano Salvemini nella società italiana del tempo suo, in AA. VV., Gaetano Salvemini, Bari, 1959, p. 153. 10 Cfr. p. 368 di questo volume. 11 Ibidem, pp. 418-19. 12 R. VIVARELLI, Il testamento di uno "storico empirico." Una pagina inedita di Gaetano Salvemini, "Il ponte," gennaio 1968, p. 49. Assai significativo è anche quanto Salvemini scrisse in Storiografia e moralismo (1947), in Opere, IV, 1, Il ministro (Lella mala vita e altri scritti sull'Italia giolittiana 1 a çm;a di E. Apih, J?· 535, xv Biblioteca ·GinoBianco

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