Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Prefazione poggio delle gerarchie ecclesiastiche. Con essa faranno blocco, nell'ora del pe– ricolo, tutte le forze conservatrici ora gravitanti intorno al partito liberale, che si getteranno fra le braccia del clericalismo per essere difese dal socialismo. In questa situazione, di fronte alla crisi di regime che sta maturando, che cosa deve fare il partito socialista? Pensare che esso sia gi'à in grado di' governare il paese, è una pazzia: solo "fra vent'anni·, forse, avremo in Italia tanta forza da tener fronte a tutta la borghesi·a." Oggi le nostre velleità rivoluzionarie non sortirebbero altro effetto che rafforzare il par– tito cleri·cale e spingere la borghesi·a nelle braccia dei· preti. Lasciamo dun– que che i cattolici' vadano al potere: in tal modo cedi'amo loro una castagna che scotta; quando non potranno piu tenerla, dovranno restituircela, "ma gi'à raffreddata per istrada e i'n grado di essere mangiata da noi." "In attesa del paradiso socialista, bisognerà che viviamo nel purgatorio cattolico." "Credo [ ...] che tu abbi'a esagerato le forze e piu ancora l'i'mportanza e la serietà del partito cattolt'co," scrisse a Salvemini l'amico Mondolf o nel luglio 1898,4 dopo la fiacca reazi'one o addirùtura lo sgomento dei· cattolici di fronte alle pesanti' misure re-pressi·veadottate dal governo, anche nei loro confronti', i'n seguito ai· tumulti del maggio a Milano. L'impreveduta svolta della politica italt'ana dopo la crisi del 1898-99 smenti infatti la tesi· centrale del saggio, i'mperniata sull'immi'nente disfacimento dello stato liberale e sulla conseguente fortuna elettorale del partito cattolico, come in Francia dopo il '48 e il '71. "La paura del socialismo," scriverà Salvemi'ni in un successi·vo saggi·o sui cattolici', "i'nvece di condurre la borghesia liberale ai piedi dei clericali, condusse i cleri·cali a ri'vedere la loro tatti'ca di i'ntransi·- genza catastrofica verso la borghesi·a liberale. " 5 1 Le vicende del movimento cattolico nel primo decennio del nuovo se– colo faranno attenuare o correggere, a un Salvemini piu maturo, anche altri errori di prospettiva della sua analisi giovanile. In essa, la so-pravalutazione delle possi'bi'lità i'mmediate del partùo cleri·cale di'pendeva, in gran parte, dalla sottovalutazi·one delle sorgenti' durature della sua forza, che non trae– va alt'mento soltanto da una situazione politica e sociale contingente. D'al– tro canto, agli "uomini attivi e si·nceri," "pi'eni di entusiasmo," che costi– tuivano i'l nerbo delle organizzazi'oni cattoliche, il gi·ovane illuminista era portato ad attribuire, quasi' z"navvertitamente, una sfera di autonomia, una libertà di scelte sociali e politiche, che il laicato cattolico italiano era ben lungi dal possedere. L'ombra del Vaticano, determinante nelle successive analisi salveminiane, si avverte assai meno nel saggio del '98. Comunque, quella sorta di cavalleresca si'mpatia per le correnti demo– crati'che del cattolicesimo, che traspare apertamente negli scritti di questi anni';6non gli" verrà mai meno. Allo stesso modo, egli non rinnegherà mai, 4 G. ARFÈ, I rapporti [di Ugo Guido Mandolfo] con Salvemini, in "Critica sociale," 20 dicembre 1958 (supplemento dedicato a U. G. Mondolfo), p. 30. 5 Cfr. p. 57 di questo volume. 6 Nel febbraio 1899 ripeteva sull'Avanti!: "Quantunque in questo partito [il clericale] sia molto viva una corrente democratica molto onesta e simpatica, la corrente reazionaria è molto XIV BibliotecaGino Bianco

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