Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Leone Xlii e la democrazia cristiana mento di propaganda, nel quale erano discusse insieme con molta vivacità ,la questione sociale e la questione romana, ed erano rivendicati collo stesso ·èalore i diritti del pontefice e quelli del proletariato. 6 Il movimento aveva raggiunto nel 1898 una notevole importanza. Esso era diffuso specialmente - fatto caratteristico - negli antichi "Stati della Chiesa." Nel maggio di quell'anno, scoppiarono in molte città italiane tumulti gravi per l'eccessivo prezzo d~l pane. Il governo credé ad una alleanza fra repubblicani, socialisti e cattolici per promuovere una rivoluzione. Proclamò lo stato d'assedio; arrestò, processò e condannò tutti assieme, a pene gra– vissime, cattolici e anticattolici; sciolse 5000 associazioni cattoliche, e vie- tò la pubblicazione di undici giornali cattolici.' . Contro siffatta repressione, Leone XIII protestò solennemente, il 5 agosto 1898, in una lettera "ai vescovi, al clero e al popolo d'Italia. " 8 Il governo reagf ottenendo !-'esclusionedel papa dalla Conferenza internazionale per la pace che si tenne all'Aja l'anno dopo. . Incoraggiati dalla protesta pontificia, i piu giovani e i piu vivaci fra i democratici cristiani si gettarono con piu fervida attività àlla propaganda fra le moltitudini proletarie, specialmente nelle campagne. Invece· i vecchi clericali intransigenti, che per trent'anni si erano professati pronti, in tutti i loro congressi, a spargere il loro sangue per i diritti del sommo ponte– fice, si sbandarono ignominiosamente, e lasciarono l'ufficio di protestare al solo papa, che non correva, come loro, il rischio di andare in prigione. 9 I socialisti e i repubblicani non piegarono neanch'essi sotto le minacce di repressione, ma resistettero vigorosamente, passarono al -contrattacco, im– pedirono per un anno con l'ostruzionismo nella Camera il passaggio delle leggi repressive contro le associazioni e contro la stampa, e uscirono triplicati di numero dalle elezioni generali del giugno 1900. Frattanto i democratici cristiani, scesi nelle campagne a contrastare il terreno ai socialisti, si allontanavano sempre piu dalle idee sociali e dai metodi dei conservatori. L'uomo che fu il leader di quel movimento, Romolo Murri, lo ha descritto nei termini seguenti: Del socialismo accettarono il metodo: la lotta di classe, e in parte anche il rea– lismo politico, scisso dalla filosofia del materialismo storico. Essi aderirono incondizio– natamente alla organizzazione del salariato come classe a sé, in contrasto con gli im– prenditori e i detentori del capitale, anche se cristiani e cattolici; accettarono gli scio– peri, come mezzo di lotta, ed indussero spesso i propri seguaci a parteciparvi, accanto ai loro compagni di mestiere; qualche volta, ne promossero anche ed organizzarono per conto loro [.. .J. Non essi, certo, volevano, predicando la benevolenza ai padroni, le trattative pacifiche e l'accordo ad _ogni costo ai lavoratori, smorzare e snervare, col 6 E. VERCESI, Il movimento cattolico in Italia, cit., pp. 53-54: "Due - dicevasi - erano gli oppressi dell'ora: il Papa e il popolo. Bisognava andare al popolo per tentare una palingenesi, una restaurazione sociale, alla sommità della quale sarebbesi trovato il Papa libero ed indipen– dente." · 7 F. OLGIATI, La storia dell'azione cattolica in Italia, cit., pp. 178-210; E. VERCESI, Il mo~ vimento cattolico in Italia, cit., pp. 27-49. • 8 L'enciclica Spesse volte. [N.d.C.] 9 F. OLGIATI, La storia dell'azione cattolica in Italia, cit., p. 210. 141 1blloteca Gino Bianco

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