Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Stato e Chiesa sotto Leone Xlll 1886 trasformò in un divieto vero e proprio la istruzione, che Pio IX aveva dato nel 1874 ai cattolici italiani, perché si astenessero dalle elezioni politiche. I cattolici francesi non compresero la finezza di questa tattica, e ac– cusavano spesso il papa di lasciarsi troppo trascinare sulla via dei compro– messi.4 Ogni dubbiezza cadde nel maggio 1887, quando in Italia il ministro degli Interni, Francesco Crispi, credé di poter essere lui il nuovo Edipo ca– pace di sciogliere l'indovinello della sfinge, e iniziò trattative ufficiose. Men– tre si era appena ai primi approcci, il benedettino Luigi Tosti, persona grata e a Leone XIII e a Crispi, pubblicò un opuscolo in cui annunziava la conciliazione {maggio 1887). 5 L'impressione fu enorme. Nel Vaticano il partito "francese," per una ragione, e nella Camera dei deputati i gruppi anticlericali, per la ragione contraria, si misero a rumore. Leone XIII fu spa– ventato dalle proteste e condannò l'opuscolo. Il ministro della Giustizia e dei Culti Zanardelli dichiarò alla Camera, il 10 giugno 1887, che nessun accordo era possibile senza la piena ed in– tera osservanza delle leggi esistenti, prima fra tutte quella delle guarentigie. Crispi, deluso nelle sue fantastiche aspettazioni, fu anche piu risoluto del suo collega, e dichiarò: "Noi non domandiamo conciliazioni, né ce ne oc– corrono, perché lo Stato non è in guerra con nessuno. Né sappiamo né vogliamo sapere quello che si pensa in Vaticano. " 6 Leone XIII rispose con una lettera del 15 giugno 1887 al suo nuovo segretario di stato, cardinal Rampolla, rivendicando "il dominio completo della città dove risiedono i Papi e dove si trova il centro di tutta la Cri– stianità. 117 Crispi reagf facendo approvare dal Parlamento una legge che abo– liva le decime ecclesiastiche di carattere sacramentale, e lasciava intatte solamente quelle di carattere dominicale. 8 Il 1 gennaio 1888 destituf il sindaco di Roma, principe Torlonia, che aveva visitato il cardinal vicario in occasione del giubileo di Leone XIII. Una statua fu eretta in Roma, nella piazza di Campo dei Fiori, a Giordano Bruno, il frate eretico che fu bruciato vivo dal Santo Uffizio nel 1600. Il nuovo codice penale del 1889 minacciò il carcere a quegli ecclesiastici che, nell'esercizio delle loro fun– zioni religiose, biasimassero e vilipendessero pubblicamente le istituzioni, le leggi dello stato o gli atti delle autorità. Nel 1890 i comuni e i prefetti furono autorizzati ad abolire le opere pie non aventi altro scopo che il culto, o i cui fini fossero venuti a mancare; i beni delle istituzioni abolite sarebbero stati trasferiti ad altre opere di assistenza pubblica (istruzione, cura degli infermi, ecc.); i vescovi e i parroci furono esclusi dall'ammini– strazione di molte fra le opere superstiti. 9 4 L. LEFEBVRE DE BEHAINE, Léon XIII et le prince de Bismarck, introduction par G. Goyau, Paris, Lethielleux, 1898, pp. LXIII sgg. s La conciliazione, Roma, Pasqualucci, 1887. [N.d.C.] 6 Atti parlamentari. Camera dei deputati, Discussioni, Legislatura XVI, sezione I, tornata del 10 giugno 1887, pp. 3416-17. [N.d.C.] 1 F. MoURRET, Histoire générale de l'Eglise, cit., vol. IX, pp. 35 sgg.; V. PROCACCI, La questione romana. Le vicende del tentativo di conciliazione del 1887, Firenze, Vallecchi, 1929. 8 Legge 14 luglio 1887. [N.d.C.] ~ B. CROCE, Storia <l'Italia dal 1871 al 1915, Bari, Laterza, 1928, pp. 186-87. 135 BibiotecaGinoBianco

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