Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

La religione del popolo italiano duare quella zona della popolazione italiana, che si deve definire come "cattolica vera e propria." · Quanti sono oggi questi "cattolici veri e propri"? Io credo si possa trovare una risposta a questa domanda se si prendono in esame le elezioni generali politiche del 1919. Queste elezioni furono fatte senza pressioni governative, a suffragio universale e sotto un regime di rappresentanza pro– porzionale, che permise a ciascun partito di mobilitare sotto la propria ban– diera tutte le proprie forze. In esse il partito popolare italiano si presentò con un programma "ispirato ai prindpi cristiani," chiamando a raccolta tutte le forze cattoliche. Esso raccolse 1.167.000 voti su 5.682.000 votanti. 12 Non bisogna certo prendere questa cifra come un censimento di soli cat– tolici o di tutti i cattolici italiani. Molti ebrei, protestanti, atei e indiffe– renti delle classi ricche e medie votarono per il partito popolare dove le forze socialiste erano piu minacciose, sperando di rafforzare cosi la resistenza al "bolscevismo." Molti cattolici delle classi ricche e medie votarono per i gruppi conservatori, che non inalberavano nessuna bandiera religiosa, in quelle zone in cui i propagandisti del partito popolare ~ccentuarono troppo il loro carattere democratico. Molti cattolici, specialmente nelle classi ru– rali, votarono i candidati socialisti, non perché aderissero al loro programma irreligioso, ma perché vollero cosf protestare contro la guerra. ( Molti idolatri del Sud votarono per i candidati cattolici, non per il loro progamma reli– gioso, ma perché respingevano sia le responsabilità della guerra sia l'idea di una rivoluzione.) In questo genere di analisi bisogna accontentarsi di larghe approssimazioni. Salvo queste riserve, è lecito affermare che i "catto– lici veri e propri" formano in Italia un quinto della popolazione maschile politicamente attiva. Le quattro regioni piu caratteristiche dell'Italia settentrionale (Piemon– te, Liguria, Lombardia, Veneto), che nel 1919 contavano un terzo della popolazione italiana, dettero da sole al partito popolare 613.000 voti, cioè la metà dei voti raccolti dal partito in tutta l'Italia, e un quarto dei vo.. tanti in quelle regioni. A quei 613.000 voti, le città piu importanti contri,. buirono con appena 70.000 voti, mentre i centri minori e le campagne dettero 540.000 voti, cioè i sei settimi. Nelle quattro regioni piu caratteristiche dell'Italia meridionale (Basili.– cata, Calabria, Sicilia, Sardegna), che contavano un quinto della popola– zione italiana, il partito popolare raccolse appena 115.000 voti, cioè un deci– mo del totale nazionale e un nono dei votanti in quelle regioni. Anche qui i comuni piu popolosi dettero appena 13.000 voti, mentre gli altri otto noni dei voti furono dati dai centri a popolazione meno agglomerata. Queste cifre confermano che i "cattolici veri e propri" si trovano piu spe– cialmente nelle popolazioni rurali, e piu specialmente in quelle dell'Italia settentrionale. 12 U. GIUSTI, Le recenti correnti politiche italiane dal 1909 al 1921, Firenze, Alfani e Venturi, 1922, pp. 10, 21. I socialisti e gli altri gruppi esplicitamente anticlericali raccolsero 2.415.000 voti; tutti gli altri' gruppi, detti "costituzionali," 2.100.000 voti. 119 B blloteca Gino Bianco

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