Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Stato e Chiesa in Italia da Pio IX a Pio Xl generalmente presi a rappresentare il cattolicismo di tutti gli italiani. È un grossolano errore. Queste forme di idolatria sono endemiche nelle classi incolte e specialmente nell'Italia meridionale. Non bisogna poi credere che gli idolatri siano esseri moralmente infe– riori per il solo fatto che sono idolatri. Io sono nato e vissuto fino ai 17 anni in un ambiente idolatra. E la mia esperienza è che la grande maggioranza della popolazione idolatra è amante della famiglia, lavoratrice, sobria, profondamente onesta. L'ignoranza e la superstizione sono malattie dell'intelligenza, non della moralità. Con questo non intendo dire che gli idolatri siano moralmente superiori alla media: si trova in essi la stessa percentuale di persone perbene e di persone non perbene che si trova nel resto dell'umanità. Sulla popolazione idolatra il clero non ha nessuna influenza, né mo– rale né politica. I sacramenti sono riti magici, che evitano al vitello di morire o al padrone del vitello di andare all'inferno. Dopo che ha compiuto quei riti, il prete diventa un uomo come tutti gli altri. In un paese della Puglia, nel 1913, vi erano le elezioni politiche. Il clero favoriva un candidato; le organizzazioni operaie ne avevano un altro. 10 Un prete, in chiesa, durante la predica, cominciò a spiegare perché i fedeli dovessero votare per un can– didato e non per l'altro. Le donne, che riempivano la chiesa, si misero a strisciare i piedi sul pavimento finché il predicatore non cambiò discorso. Una donna andò a confessarsi pochi giorni prima della votazione. Il prete rifiutò di confessarla perché suo marito "votava per uno scomunicato." La donna gli disse: "Se tu non mi confessi, lo dirò a mio marito, e ti farò bastonare." Un idolatra può appartenere a qualunque partito politico. Nel giugno 1925, mentre ero in prigione a Roma, io usavo conversare con un giovane prigioniero che veniva a spazzare la mia cella. 11 Egli diceva di essere comunista. Quando ci salutammo per l'ultima volta, egli nello stringermi la mano mi sussurrò sottovoce: "Speriamo che nel purgatorio l'anima san– ta di Lenin preghi per noi." Il papa esiste per questa parte della popolazione italiana come l'arci– vescovo di Canterbury esiste per i contadini russi. L'abitudine del pellegri– naggio alle tombe degli apostoli è assai poco diffusa in Italia, mentre è assai comune fra i cattolici degli altri paesi. Gli italiani preferiscono andare in pellegrinaggio ai santuari della loro regione, per adorare gli idoli a loro familiari. Per questi santuari locali sono assai generosi delle loro offerte. {Al papa, denari ne mandano assai pochi.) Quando abbiamo esclusa dalla "popolazione italiana compattamente cattolica" anche la popolazione idolatra, sulla cui vita morale e sociale il clero non ha alcuna influenza apprezzabile, solo allora arriviamo a indivi- 10 Salvemini stesso. L"aneddoto si riferisce alle elezioni nei collegi di Molfetta e di Bitonto del novembre 1913: cfr. E. TAGuAcozzo, Gaetano Salvemini nel cinquantennio liberale, Firenze, 1959, p. 128. [N.d.C.] 11 Cfr. le Memorie di un fuoruscito, a cura di G. Arfè, Milano, 1960, pp. 14-15. [N.d.C.] 118 BibliotecaGino Bianco

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