Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

La religione del popolo italiano storica l'hanno resa aliena da ogni intolleranza anticlericale, cosi come l'han– no privata di ogni passione religiosa. Vivere e lasciar vivere: questa è la quintessenza della saggezza per questa zona della popolazione italiana. I cattolici praticanti formano la grande maggioranza della popolazione rurale. Mentre la mentalità religiosa delle classi intellettuali e degli operai cittadini si può descrivere senza fé!re distinzione fra le diverse regioni del– l'Italia, la mentalità religiosa delle classi rurali varia profondamente dal Nord al Sud d'Italia. Nel Settentrione la popolazione rurale vive di regola disseminata a picco-– li nuclei per le campagne. Mezzo secolo fa il parroco era la sola persona di una certa cultura, che vivesse a contatto continuo con essa, che ne cono– scesse i bisogni e che funzionasse per essa da guida morale, oltre che da ministro dei sacramenti. A poco a poco, il maestro elementare, il medico condotto, il giornale hanno intaccato il monopolio spirituale del parroco, ma non lo hanno demolito. Generalmente il clero rurale ha risposto assai bene a questa offensiva, moltiplicando la propria attività nel campo dell'assi– stenza sociale, in modo da non lasciar formare nessuna linea di frattura fra i nuovi bisogni delle classi rurali e le vecchie pratiche della vita religiosa. Le condizioni sono assai diverse nel Mezzogiorno. Qui la popolazione rurale e proletaria vive agglomerata, di regola, in grosse borgate, che hanno tutti i difetti delle grandi città senza averne i pregi: i giornalieri sciamano fuori della borgata alla mattina per andare a lavorare sulla terra, e ritornano a casa la sera, o alla fine della settimana, o dopo piu settimane di assenza. Il parroco non ha sugli uomini quella influenza, che viene dal contatto personale e continuo; e ne ha poca anche sulle donne, perché non riesce a conoscerne personalmente che una minima parte nella sua parrocchia sovra– popolata. Inoltre il clero è, nel Mezzogiorno, meno colto, meno austero, meno disciplinato, piu preoccupato degli interessi propri o delle proprie famiglie, che non sia nel Settentrione. Non è questo il luogo per tentare una spiegazione di questo enorme dislivello fra il Nord e il Sud. Mi ba– sterà di averlo indicato a chi voglia andare al di là dell'affermazione troppo semplicistica che "la popolazione italiana è compattamente cattolica." Fra i cattolici praticanti è necessario distinguere almeno due categorie: gli idolatri e i "cattolici veri e propri." Gli idolatri formano la massa della popolazione nell'Italia meridionale, comprendendo nell'Italia meridionale anche quasi tutti gli antichi territori pontifici e buona parte della Toscana. I popolani di Napoli che ingiuriano san Gennaro "faccia gialla," quando tarda a fare il miracolo di mettere a bollire il proprio sangue; i contadini abruzzesi dipinti da Michetti o de– scritti da d'Annunzio, che si prosternano innanzi alla statua del santo leccando il pavimento con la lingua; la nobildonna che monda l'adulterio quotidiano con una dose predeterminata di giaculatorie 9 : questi cipi sono 9 A. DELLA TORRE, Il cristianesimo in Italia dai filosofisti ai modernisti, in appendice a S. REINACH, Orpheus: storia generale delle religioni, trctd. it., Palermo, Sandron, 1912, pp. 410 sgg. 117 bliotecaGino Bianco

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