Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Stato e Chiesa in Italia da Pio IX a Pio Xl Ma, come ognuno comprende, -non si tratta soltanto dell'integrità del territorio romano. Evidentemente, se il Papa fosse non soltanto lo zimbello e il complice dell'Austria, ma se fosse lo zimbello di un partito indigeno, di una fazione interna nel suo proprio Stato, la ·sua indipendenza ne sarebbe egualmente compromessa; e la sicurezza della Chiesa cattolica, che non può tollerare l'idea che il Papa appartenga ad altra potenza che a se stesso, sarebbe scossa dalle fondamenta. Bisogna che il Papa sia libero, non soltanto dal giogo straniero, ma anche dal giogo delle fazioni e delle sommosse. L'Europa intera, il mondo cattolico intero hanno il diritto e il bisogno imperioso di contare sulla fer– mezza e sull'indipendenza del Sovrano Pontefice. E a sua volta il Sovrano Pontefice, piu di ogni altro suo predecessore, ha il diritto di contare sulla fermezza, sul coraggio, sul– l'attaccamento del popolo romano. 1 Montalembert era un "cattolico liberale": egli affermava con fervida eloquenza i diritti dei popoli in tutti i paesi del mondo; ma li negava dove comandava il papa. Sugli abitanti dell'Italia centrale egli rivendicava ai cattolici degli altri paesi un diritto di servitu, di intervento e di pro– tettorato, a cui egli non avrebbe a nessun patto sottoposto nemmeno il piu piccolo villaggio della sua patria: gli uomini sono sempre generosi del bene altrui. Quella prima idea si associava nel suo spirito ad un'altra: che mandataria del mondo cattolico nella questione di Roma dovesse essere la Francia; questa, proteggendo la sovranità territoriale del papa, si assicura– va un mezzo di intervento e di influenza in Italia: entusiasmo religioso e na– zionalismo francese si davano la mano. Gesta Dei per Francasi La dottrina Bossuet-Montalembert faceva troppo comodo alla curia di Roma perché questa non ne facesse suo pro'. Nella allocuzione del 29 aprile 1848, che segnò la rottura della Santa Sede col movimento nazionale italiano, Pio IX annunziò anche lui "che la Divina Provvidenza volle do– nare a questa Santa Sede, a sua dignità, e per sicurare il libero esercizio dell'apostolato supremo," il "principato civile. 112 La divina provvidenza fece andare le cose in modo che nel novembre 1848 Pio IX dovesse fuggire da Roma a Gaeta, e che il 9 febbraio 1849 l'Assemblea costituente della Repubblica romana dichiarasse decaduto il papa da ogni sovranità sugli Stati della Chiesa. Mazzini, che era la personalità piu in vista della Repubblica romana, aveva sempre predicato che gli italiani dovevano abbattere in Roma la sovranità pontificia per poter poi annunziare una nuova rivelazione religiosa al genere umano. I sostenitori del papa trovavano perciò nei suoi scritti nuove prove che il dominio temporale era necessario al mantenimento del cattolicismo. Nello stesso tempo essi accusavano Mazzini e gli altri gover– nanti della Repubblica romana di essere socialisti e comunisti, e cos1 mobi– litavano contro di essi tutti i terrori sollevati nella borghesia francese dalla crisi del 1848. Lottare contro la Repubblica romana diventò la stessa cosa che schiacciare il comunismo: ristabilire la sovranità del papa in Roma, era una necessità elementare per chi voleva salvare la proprietà. Nella protesta 1 E. LECANUET, Montalembert, Paris, De Gigord, 1912-20, vol. II, pp. 359-60. 2 L. C. PARINI, Lo Stai<>romano dall'anno 1815 al 1850, Firenze, 1853 3 , vol. II, pp. 96-97. [N.d.C.] 104 BibliotecaGino Bianco

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