Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Capitolo terzo La sovranitaterritoria/,e sottoPioIX Nell'agosto del 1847 il governo austriaco, invocando i trattati del 1815, fece occupare dalle sue truppe la città di Ferrara negli Stati della Chiesa. La protesta di Pio IX contro quest'attentato alla sua sovranità trovò unanime consenso in Francia, dove allora tutto ciò che scuoteva i trattati del 1815 e che impediva una estensione della influenza austriaca in Italia, era accolto con fervore da tutti i partiti. I liberali e i democratici applaudivano al papa per ragioni politiche; i cattolici, non solo per ragioni politiche, ma anche per devozione religiosa alla Santa Sede. Senonché la sovranità territoriale della Santa Sede era minacciata, piu che dalle ingerenze dell'Austria, da una nuova rivoluzione come quella del 1831. Pio IX dette l'allarme contro questo secondo pericolo nella allocu– zione Quique vestrum del 4 ottobre 1847. Su questo terreno i partiti si dividevano in Francia, come dovunque. I democratici rivendicavano i diritti popolari contro l'assolutismo dei sovrani, si rifiutavano di riconoscere al papa diritti diversi da quelli di qualunque altro sovrano laico, ed erano pronti ad applaudire un movimento repubbli– cano negli Stati della Chiesa come in qualunque altro paese monarchico, compresa la Francia. I liberali non contestavano la sovranità del papa, ma riconoscevano che riforme erano necessarie nell'amministrazione dello Stato pontificio, per renderla tollerabile ai sudditi e per evitare nuove rivoluzioni. I cattolici affermavano il diritto del papa ad esigere l'ubbidienza dei suoi sudditi, senza fare nessuna concessione che potesse menomare la sua au– torità sovrana. Parlando alla camera dei Pari il 12 gennaio 1848, il conte di Mon– talembert invocò la vecchia dottrina di Bossuet, non piu contro l'Austria, come aveva fatto Casimir Périer nel 1832, ma contro i sudditi del papa: Bisogna sapere e comprendere che l'indipendenza temporale del Papa è patrimonio di tutte le nazioni cristiane, di tutte le nazioni cattoliche, e specialmente della Francia. È la Francia che, col braccio di Pipino e di Carlomagno, ha, se non fondato, almeno consacrato questa indipendenza temporale: essa non pu6 lasciarla perire. Si è perfetta– mente dimostrato [...] che l'indipendenza temporale di Roma è una condizione indi– spensabile per l'esistenza regolare e la sicurezza della Chiesa cattoliça nel mondo intero. 103 .. ~-bliotecaGino Bianco

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