Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

La questione romana anziché dell'Intesa, degli Imperi centrali, avremmo visto i cattolici tede– schi ed austro-ungarici accantonare il dominio temporale; e viceversa i cat– tolici e i protestanti dell'Intesa e chi sa quanti fra gli stessi anglicani dell'Inghilterra e anticlericali della Francia, avrebbero afferrato essi questo pretesto per crearci imbarazzi durante la guerra, e usarci rappresaglie dopo la vittoria. À la guerre comme à la guerre. Se questo è vero, sembra innegabile che, chiudendo la questione roma– na con una transazione accettata dal papa, - la quale, beninteso, si riducesse ad un cambiamento di formula giuridica senza mutare lo stato di fatto - noi elimineremmo ogni base giuridica di eventuali contestazioni su questo campo. Chi volesse darci delle seccature, dovrebbe andare a cer– care altrove i pretesti della sua ostilità. Il vantaggio non è contestabile. E altri vantaggi dovremmo aspettarci nella nostra politica estera, se– condo le promesse di quegli scrittori, cattolici e liberali, che predicano la utilità, anzi la necessità della transazione per l'Italia. Il dissidio - afferma il padre Casacca - ricopre d'ignominia e rende la Patria nostra invisa a tanti milioni di persone; lo Stato italiano è privo dell'adesione cordiale, al suo Governo, di tutti gli amici della Santa Sede in Italia e altrove; e non gode del prezioso favore papale s( ambfro alle Potenze, onde tanto si avvantaggerebbe nei suoi negozi. internazionali. E non c'è dubbio che le buone relazioni col Vaticano sono apprez– zabili specialmente per la politica coloniale, e per la espansione nell'O– riente mediterraneo e nell'Estremo oriente, dove la propaganda dei missio– nari cattolici, quando è fatta con la prudenza necessaria e non provoca, con eccessi di zelo, pericolose rivolte xenofobe, serve a preparare o a sussi– diare le penetrazioni economiche e politiche degli stati europei. Su questo terreno, una opposizione sistematica della diplomazia pontificia non è de– siderabile. E ciò spiega perché il governo francese ha ripreso presentemente le relazioni diplomatiche col Vaticano. Ma sarà opportuno - mi sembra - non esagerare troppo questa uti– lità dell'amicizia vaticana. Il papa, data la diffusione internazionale del cattolicismo, non può favorire a suo piacimento una nazione a danno di un'altra. Se si allontanasse, o avesse l'apparenza di ·allontanarsi, dalla linea della piu scrupolosa neutralità, vedrebbe i cattolici delle nazioni offese rivoltarsi contro la sua parzialità presunta o reale. Cosf nella primavera del 1848 l'Austria minacciò lo scisma contro Pio IX, che sembrava avere ab– bracciata la causa della indipendenza italiana. Nei rapporti fra gli stati, la curia vaticana è costretta ad allontanarsi meno che sia possibile dallo statu quo tradizionale. Solo quando la tradizione è stata rotta da nuove forze indipendenti dall'azione della diplomazia pontificia, e l'innovazione si è consolidata, solo allora il Vaticano interviene a riconoscere i fatti compiu– ti, con grande prudenza, purché il riconoscimento non offenda notevoli in– teressi attuali. In fondo, quel che importa ai governi, non è tanto di essere in pa- 81 9 B1bl1otecaGino Bianco

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