Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

ll partito popolare e la questione romana sciuta come non suscettibile di contestazioni. Questa legge non ci rispar– mierebbe nessun intervento estero nelle nostre relazioni col Vaticano, il giorno in cui un governo qualunque avesse la forza e l'interesse per solle– vare contro di noi anche questa difficoltà. Nello stesso regime attuale di rottura ufficiale, il papa potrebbe benissimo riempire il Vaticano con soldati tedeschi, o francesi, o inglesi, o americani, se qualcuno di questi governi si accordasse col Vaticano per farci questo regalo. Nessuno potrebbe impe– dirlo, salvo che non lo impedissimo noi con la forza; il che vuol dire: salvo che noi non ci sentissimo forti abbastanza, di energie interne e di alleanze esterne, per sfidare il papa e i governi a lui alleati. Del resto, questa eventualità di vedere la sovranità pontificia nel Vaticano custodita da truppe di governi esteri, chiamatevi dalla curia, si potrebbe evitare neutralizzando il nuovo territorio. E quanto al pericolo che il nuovo territorio, nato piccino piccino, sia preso in seguito da una febbre di... imperialismo, e trovi altri governi disposti a fomentare quella febbre, sarà bene tener presente che non certo la legge delle guarentigie impedirebbe domani, ad un governo che ci fosse nemico, di rivendicare la sovranità pontificia non solo sui palazzi vaticani, ma su mezza Italia, se quel governo trovasse la convenienza e possedesse la forza per imporci, d'accordo col papa, la sua volontà. D'altra parte, il fatto che noi avessimo riconosciuta la sovranità pontificia sui palazzi vati– cani, non ci legherebbe certo le mani in caso di guerra col papa, visto e considerato che le guerre, salvo gli interessi dei terzi, annullano fra i belli– geranti ogni trattato. Anche un papa sovrano del Vaticano potremmo scac– ciare dal Vaticano, come lo scacciammo da Bologna, da Perugia, da Ancona, da Roma fra il 1859 e il 1870, se lo credessimo necessario, e purché le condizioni della politica internazionale ci assicurassero sufficienti consensi per vincere le· proteste del papa e dei governi, che avessero interesse a pro– testare insieme col papa. Insomma, con o senza sovranità pontificia, dentro o fuori il regime delle guarentigie attuali, la forza dell'Italia, di fronte al Vaticano, in caso di lotta, dipenderà sempre dalla compattezza interna e dalla forza in– ternazionale dell'Italia. Il cambiamento di una formula giuridica non modi– ficherebbe in nessun senso le correnti dominatrici della realtà. Piuttosto quel cambiamento di formula avrebbe per l'Italia il vantag– gio di chiudere una porta, che si è trovata finora sempre dischiusa a chi andasse in cerca di un pretesto per crearci delle difficoltà. Nella recente guerra, noi abbiamo visto i pubblicisti tedeschi ed austro-ungarici intenerirsi sulle condizioni del papa ed agitare il problema del dominio temporale. Certo, nessuno di essi era disposto a versare una sola goccia di sangue in piu per ricostituire una sovranità al papa: i loro paesi erano in guerra col nostro per altre ragioni; ed essi brandivano anche quest'arma per tentare di disorganizzarci; oppure prendevano l'occasione del– la guerra per risuscitare un problema, che stava loro a cuore, in quanto, ol– tre che tedeschi, erano devoti al papa. Ma se l'Italia fosse stata alleata, 80 BibliotecaGino Bianco

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