Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

ll partito popolare e la questione romana massa dei fedeli resterebbe profondamente disorientata e turbata, se un bel giorno si trovasse di fronte alla notizia della conciliazione tra il papa e l'Italia, senza che nessun mutamento fosse avvenuto nei rapporti né di diritto né di fatto tra i due avversari. La curia pontificia non può dichia– rare accettabile - dall'oggi al domani - una condizione di cose, che per tanti anni ha condannata come iniqua e intollerabile. Ponendo come elemento necessario della transazione coll'Italia il riconoscimento esplicito della propria sovranità su un territorio materiale, sia pure minuscolo, la curia ricerca, non una garanzia effettiva di una inviolabilità irrealizzabile, ma una innovazione, sia pure formale, che le permetta di presentare la transazione come il riconoscimento di un diritto lungamente conculcato. Cerca di salvare la coerenza e il prestigio, nell'atto in cui abbandonerebbe le pretese tradizionali. E allora quali altri vantaggi la curia potrebbe ricavare, per le fortune del cattolicismo, da quest'abbandono cos1 mascherato? Fuori d'Italia, sembra difficile che il Vaticano si aspetti vantaggi note– voli. Forse i danni supererebbero i vantaggi. La conciliazione, infatti, col– l'Italia dissiperebbe quell'aureola romantica, di cui il papa ha goduto in questi ultimi cinquant'anni, grazie alla posizione da lui assunta di vittima e di prigioniero, che rifiuta una libertà bugiarda, e protesta contro la vio– lenza, e mantiene imprescritto il diritto violato. Siffatta condizione ufficiale di infelicità oppressa, ma non domata, non ha nessun fascino per chiunque, andando a Roma, può quasi toccar con mano quanto poco tragica sia in realtà la sventura del papa. Ma per milioni di anime incolte, semplici e lontane, un papa, che si dichiari soddisfatto della sua condizione e possa andarsene dove gli pare e piace, sarà sempre meno interessante e meno adatto a suscitar mistici entusiasmi, che un papa vilipeso e martire: anche se da un pezzo non si vende piu, come negli anni immediatamente successivi al 1870, la paglia del giaciglio su •cui dormi va il prigioniero del Vaticano. Non, dunque, fuori d'Italia, ma in Italia, dobbiamo ricercare i vantaggi che la curia si ripromette dalla chiusura della vertenza territoriale con l'I– talia. Infatti, in Italia, oltre alla questione romana, cioè al problema del domicilio papale - che è una difficoltà specifica per noi - esiste un altro problema, non meno importante per il cattolicismo, che noi abbiamo in comune con tutti i paesi, in cui vivono cattolici con un clero gerarchica– mente organizzato: il problema della relazione fra la Chiesa e lo Stato. L'ordinamento della famiglia, l'ordinamento delle scuole, lo stato giuridico degli ordini religiosi, la gestione della proprietà ecclesiastica, le spese per il culto, tutto quell'insieme di pretese del clero, che nel medio evo si chia– mavano le "libertà ecclesiastiche," dànno materia da secoli, in tutti i paesi cattolici, a lotte, spesso violentissime, fra il chiericato, che difende le sue vec– chie posizioni, e il laicato, che ha costituito e va continuamente ricostituen– do gli stati moderni su prindpi del tutto estranei alla tradizione canonica. Ora il dissidio per la questione romana, permettendo agli anticlericali 76 BibliotecaGino Bianco

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