Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

ll partito popolare e la questione romana Sarebbe, dunque, abbandonata dal Vaticano ogni rivendicazione su Ro– ma, e sulla stessa città leonina; non si parlerebbe né della striscia di terra da Roma al mare, né del Tevere navigabile ad uso di una nascitura marina pontificia; sarebbe messa da parte ogni idea di internazionalizzare la legge delle guarentigie. E tutto si ridurrebbe a trasformare in vera e pro– pria sovranità quel godimento, di cui il papa, già secondo la legge delle guarentigie, fruisce sui palazzi vaticani e loro dipendenze. In altre parole, le condizioni di fatto, quali sono andate assestandosi in Roma nei cinquanta anni passati, non subirebbero nessuna modificazione essenziale. Gli edifici vaticani continuerebbero a formare nella città di Roma una piccolissima enclave - Io stato minuscolo del padre Casacca, lo stato in miniatura di "Costantinus" - nella quale enclave le autorità italiane non eserciterebbero nessuna giurisdizione in avvenire, come non l'hanno esercitata mai, nei cinquanta anni passati. Ma cambierebbe la situazione giuridica. Il papa non dimorerebbe piu, come ora secondo la legge delle guarentigie, nel territorio italiano; sul quale territorio il governo italiano gli usa il riguardo di lasciargli il godimento dei palazzi vaticani e di ignorare quel che avviene di là delle porte di bronzo, per un atto di volontà unilate– rale, la quale può abrogare domani quel che legiferò ieri. Nel nuovo regime, il papa riconoscerebbe lo statu quo territoriale creato dagli avvenimenti del 1859-1870: e il governo italiano riconoscerebbe esplicitamente il papa non solo come usufruttuario, ma come vero e proprio sovrano dei palazzi e dei giardini vaticani. E da questo momento in poi, la sovranità territoriale pontificia si troverebbe internazionalmente garantita da quel principio di di– ritto, che vieta ad uno stato di menomare la sovranità di un altro stato, senza il consenso esplicito di tutti gli altri. Per conseguenza, il governo italiano non potrebbe piu modificare, per iniziativa unilaterale, la nuova situazione giuridica del pontificato. Non si tratterebbe - è bene ripeterlo - di internazionalizzare la legge delle guarentigie, la quale contiene una parte destinata a regolare le relazioni fra Stato e Chiesa in Italia; relazioni, che rimarrebbero sempre affare in– terno dell'Italia, e nelle quali nessun altro governo potrebbe mai legittima– mente intervenire. Si tratterebbe di sostituire a quella parte della legge delle guarentigie, che lascia al papa il godimento dei palazzi e giardini vati– cani, un trattato di pace fra due potenze sovrane: trattato di pace che entrerebbe a far parte del diritto internazionale, a somiglianza di tutti i trat– tati analoghi. E di queste due potenze sovrane, l'una, il papa, avrebbe il suo minuscolo territorio circondato da ogni parte dal territorio dell'I– talia: qualcosa di simile alla repubblica di· S. Marino, la cui esistenza non ha mai offuscato il sentimento nazionale italiano. Il problema delle libere comunicazioni fra questo territorio lillipuziano sovrano e il resto della terra, sarebbe risolto, a quel che sembra, dal... telegrafo senza fili. 74 BibliotecaGino Bianco

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