Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

La questione romana Le basi della conciliazione Il padre Casacca rifiuta esplicitamente le pretese di quegli "ze– lanti_cattolici in buona fede, che per ·tanti anni reclamarono, come conditio sine qua non, il ritorno materialmente identico allo statu quo ante, senza riguardo alcuno alle nuove condizioni sorte in Italia per gli eventi della politica collettiva della Nazione." L'idea che il governo italiano possa sloggiare da Roma non gli passa in alcun modo per la testa: "Sono ormai tanti anni che il Re sta in Roma, ed il Papa non gli ha mai intimato espli– citamente di andarsene." Rifiuta la internazionalizzazione della legge delle guarentigie: non solamente perché il dissidio fra il paoa e l'Italia deve essere composto senza "un intervento estero qualsiasi," affinché la soluzione possa riuscire accetta alla suscettibilità nazionale del popolo italiano; ma anche perché la legge delle guarentigie è sommamen·te offensiva, e perciò inaccettabile, per il papa. Essa, infatti, considera il papa come un privato, che abita nel territorio italiano, ma verso il quale il governo italiano ritiene opportuno avere dei riguardi speciali: cioè, ne dichiara la persona "sacra ed inviolabile"; gli riconosce le stesse prerogative onorifiche, di cui è inve– stita la persona del re; gli lascia il godimento dei palazzi .apostolici, Vaticano e Lateranense e della villa di Castel Gandolfo, con tutti gli edifici, giardini e terreni annessi e dipendenti; gli consente di tenere guardie addette alla sua persona e per la custodia dei palazzi; rinuncia a conoscere per mezzo di suoi funzionari quel che avviene nel Vaticano. Ma la sovranità su quegli edifici e sugli abitanti di essi rimane sempre allo stato italiano. Il quale potrebbe riprenderne l'esercizio non appena lo ritenesse opportuno; e potrebbe anche toglierne al papa il godimento. Infatti la legge delle guarentigie è un atto di legislazione interna e di volontà unilaterale dello stato italiano: e questo può abrogare domani quel che deliberò ieri. Per risolvere il problema, occorre, secondo il padre Casacca, sep:uire una diversa via. Il governo italiano deve anzitutto "riconoscere nel Papa una sovranità ultranazionale ed il conseguente diritto di indipendenza asso– luta di lui da qualsiasi trono della terra," compresa l'Italia; e deve ammet– tere che questa indipendenza sovrana non presenterebbe tutti i necessari caratteri e garanzie della inviolabilità assoluta, se non fosse accompagnata , da un territorio: "è assurdo che la questione romana si risolva senza ter– ritorio." Quando il governo italiano abbia accettato questi due prindpi, il problema di definire i limiti di quel territorio non presenterebbe serie dif– ficoltà. Quel che essenzialmente importa, è che su quel lembo di terreno sia riconosciuto al papa, non un semplice possesso, ma una vera e propna sovranità. Su questo punto il padre Casacca è esplicito ed assoluto: La forma della legge delle guarentigie non solo non implica e non significa affatto la sovranità del Papa, ma anzi la esclude chiaramente, quando il Governo d'Italia, invece di riconoscergli di dominio sovrano un tratto di territorio, glielo ha assegnato in godimento. La Santa Sede reclama solo un luogo necessario e sufficiente al suo ufficio, 71 blioteca Gino Bianco

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