Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

ll partito popolare e la questione romana tito popolare diventano sempre meno incomposti. Il congresso popolare di Bologna dell'estate del 1919 fu una specie di eruzione vulcanica. Il con– gresso di Napoli dell'autunno 1920 ebbe ancora una sinistra bolscevizzante, ma già ridotta alla impotenza dalla ostilità della maggioranza. Il congresso di Venezia dell'ottobre passato si è tenuto in condizioni di equilibrio quasi perfetto: le contorsioni del dopo guerra immediato sono ormai passate di moda. È su per giu un processo di assestamento analogo a quello, che assai piu lentamente si va maturando nel partito socialista, e le cui tappe sono segnate dai congressi di Bologna 1919, Livorno gennaio 1921, Mi– lano ottobre 1921. Conservatori e democratici Sarebbe, per altro, grave errore considerare il partito popolare come una semplice continuazione ingrandita del vecchio partito clericale di Pio X.1 Non la sola borghesia quattrinaia, infatti, si è precipitata nel partito popolare, insieme alla vecchia organizzazione clericale dell'anteguerra. Ma vi sono entrati quasi tutti gli antichi democratici cristiani, che quindici anni or sono erano stati sbanditi da Pio X, o costretti a subire in silenzio la nuova disciplina: don Sturzo proviene appunto da questa origine. E vi sono accorsi molti giovani intellettuali laici, che dalla crisi della guerra e del dopoguerra erano stati rivoltati contro i partiti di governo, ma si senti– vano offesi o spaventati dal rivoluzionarismo catastrofico predicato dai so– cialisti; e cercarono nel partito popolare un'attività, che conciliasse la protesta contro il passato, la ripugnanza contro il bolscevismo, e la speranza, indistinta ma vivace, di una nuova vita. Vi sono accorsi anche - perché no? - molti avventurieri, anche massoni, i quali, fiutato il vento della vittoria, cercarono a un tratto nel nuovo partito una subitanea fortuna politica. Tutti questi elementi non hanno nessun legame necessario con la borghesia indu– striale e terriera; e formano buona parte dell'ufficialità, che inquadra tutta quella massa anonima del proletariato, specialmente rurale, e della piccola proprietà, e delle classi medie, che hanno cercato, fuori dei partiti borghesi e fuori del socialismo, un terzo partito. Ed ecco delinearsi, nel partito popolare, la lotta fra la tendenza clerico– conservatrice, che continua la politica di Pio X, e la tendenza democra- 1 Nella prima redazione (L'elemento conservatore del partito popolare, in "Il lavoro," Genova, 6 novembre 1921): "Sotto questo punto di vista, si può giudicare che la funzione di assicurazione preventiva contro la rivoluzione sociale, assegnata da Pio X al movimento clericale nel periodo 1904-1914, sia passata senza mutamenti nel presente partito popolare. Ed è questa la tesi che il partito socialista cerca di accreditare fra le moltitudini nella sua propaganda. Cosi la guerra non avrebbe creato, neanche in questo campo, una situazione essenzialmente nuova: avrebbe solamente accelerato le evoluzioni, che già si erano manifestate nei precedenti quindici anni, avrebbe ingrandito le proporzioni delle spinte e delle reazioni; avrebbe ingigantito le minacce e le paure: ma i problemi sociali e politici, e le direzioni dei movimenti sarebbero sempre, nelle linee fondamentali, quelle di prima. La società - ha detto Cattaneo - è una macchina rumorosa e lenta, e spesso fa molto rumore, e non si muove affatto. Se non che siffatto modo di vedere non risponde adeguatamente a tutti i dati della realtà, che è piu com– plessa assai." [N.d.C.] 62 BibliotecaGino Bianco

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