Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

I precedenti pensare colla sua testa nelle elezioni, anche se non è uno di quei demo– cristi "che mettono su" i contadini. Per i moderati, accettare i voti cat– tolici per i propri candidati contro i socialisti, era buona cosa e utile; vedere sparire i candidati propri e dover votare i candidati clericali per paura dei socialisti, era imbarazzante e pericoloso. I moderati avrebbero voluto rele– gare i clericali nell'ufficio di semplici ausiliari e non di alleati. I clericali non si contentavano di essere alleati; e non appena potevano, la facevano da padroni. La inquietudine era alimentata anche dall'equivoco della questione romana. Certo nessun candidato clericale si presentava agli elettori toccando il problema del dominio temporale; e nessuno pensava mai che i deputati clericali o eletti coi voti clericali assumessero l'obbligo di ricostituire al papa una sovranità territoriale. Le alleanze avvenivano sul terreno della lotta contro il divorzio, della rivendicazione dell'insegnamento religioso nelle scuole elementari, della cosf detta libertà della scuola, della difesa della so– cietà contro la minaccia socialista. Ma le riserve del Vaticano rimanevano sempre integre, e venivano regolarmente ripetute. Chi poteva garantire che, cresciuta la influenza cattolica nella nostra vita pubblica, la questione ro– mana non sarebbe ritornata allo stadio acuto? 59 BibliotecaGino Bianco

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