Roma del popolo

-Gosteggiasse la liberazione d' Jlalia. Ciò e ra logico , c ben nalnrnle, ma di qui una prima necessaria collisione Ira popolo e governo. A·nche gli uomini di cicca fede i quali avevano credulo conciliabile il papato coi principj della liberlà, s i sentivano lolli alla bella illusione ; e Il primo entusiasmo di cui eransi lrovali invasali, appariva loro nella sua schiella verilà una debolezza, ridcvole quando non fosse s lala ferace eli lanlc calamilù. Volla in basso la causa nazionale prima n el venero, poscia nelle provincie lombarde, l' idra principesca levava le sue lesle, c doveva intendere allora a trarre profltlo dalle quasi insperale ma otlenule fortune. Rotte le forze mtzionali, tornati alle case i con UgenU che si erano splendidamente battuti nella Venezia, il governo papale sentissi più forre, e non ebbe più freno. Allora )Jiù strette le intelligenze coll ' austriaco, a llora comballula ogni liberale proposta delle camere e del mfnislero, allora destituiti i ministri che osavano di rialzare l' energia dei popoli, allora la compressione all' ordine del giorno. Da ultimo Ros~i e Zuccchi divenivano gli strumenti dell ' epoca onde reprimere lo slancio, e slrozzare la nuova vita politica entro i lacci voluti dal genio rlericale. Salivano al potere un amico ed un seguace del Guizot, famigerato abbastanza in Europa pe' suoi principj ; ed un vecchio soldato dell'impero, imbevuto delle idee de' suoi tempi, un abile generale, ma meglio attaccato al dispotismo militare che amante della libertà, e della vita emancipata del popolo. Costu i avrebbe trattato una nazione come un corpo d'armala. J.a scell a di quesli due uomini, le misure che venivano prendendo, l'uno di prepotenze mililari, l' allro di restrizioni e d'intimidazione nelle materie politiche, l'Intelligenza perfetta che fra i due si conosceva, venivano sempre più persuadendo, che nello stato ferveva per parte del governo, un'opera liberliclda. Alle disillusioni subentravano gli sdegni, ed una concitazione che non mai la maggiore. Il governo improvvidamente apparecchiava gli elementi di una rivoluiione, pcrchè un popolo non si schiaccia come un sol uomo. Il popolo romano più presente, più vicino al covo in cui si compieva la grande opera reazionaria , il popolo romano già elevalo ad una vita nuova, ma che ricorda l'epoca di un'antica energia, accettò la sfida che gli moveva il potere, e In nome di tutto lo stato, fu sulle difese. Il più abile e quindi il più formidabile lavoratore in pro della reazione clerica le era Rossi, e Rossi perì traO!lo in quei giorni. Fu questo il primo allo della rivolu7.ione, col quale correva il popolo alla riscossa. Noi non applaudiremo ari una uc-

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