Roma del popolo

-ili - Torniamolo a npelere ~,; li olfcusuri della religione fu rono i sacerdoti medesimi , e non sol•> invocando la distruzione degli ordini stabiliti, la guerra civi le, la vendetta sui fra t~ Ili. ma anche rifiutandosi al servigl divini, c quando appunto 11 popolo c d Il governo ne facevano isl;\tlza. . Si g ridò che la repubblica romana ebbe delle tcnd~nze d1 comunismo c di socialismo. - Diremo a questo propos1lo che noi sappiamo come Il comunismo si fondi su i pri ncipj della vita in comune, com' es;di neghi e tolga la liber tà umana, nel( hi la proprie tà, distrugga la fami glia: sappiamo come il social ismo vagheggi l' as,;ociazlone, la reciprocità. Il dritto al lavoro. I.asciamo rll p(Jrlarc g iudizio s u questa mat eria, giacchè ciò sarebbe fuori del nostro proposito ; ma nulla di tutto ques to è sta to prorlamato durante la repubblica romana, in nessun suo pe riodo. Anzi dobbiamo, per amore di verità c di giustizi a aggl,ungere che come vari alli governativi sono venuti non solo ad ammettere, ma gara ntire la propricl:i , cosi quan to al diritto al lavoro, :-iasi voluto lnl.almenle tacerne nella costituzione proclamata dall'assemblea rosti tuenle. Fra i principj delle dott rine socialisliche, vt ha quello sull;l Jlrogrcssivifit rletr imposta: rrincipio adoll alo allorché si decretò ~otto la r!'pubblica il preslilo rorzoso. e la norma sulla quale veniva distribuilo, ha avvaloralo l'accusa di socia lismo dala alle Is tituzioni nuove di Roma. l\la que<lo caso speciale non crediamo eh~ provi l" adozione general e della massima ~ulle imposte prog ressive: ed è lanlo vero che ogni allra tassa rimase come in passato stabili ta col so lilo mc lodo della proporzione. OllrccciO. un princi pio come questo, non vi ha ragione di ritenere che sia mMirns~e intenzin11e di nbbrùciarli. Il Gorernn rliiamò il popolo ••ll' nnl inc. e p nclle pcwo/r bfiSitwono ]Je•·chè i con{rssiontrli {osse •·o •·r$lituiLi alf1t lhiP~(t. sm;' nlh·o. Accadde altrrsi un giorno rhe alt·uni att,·uppnmenlt prenrle.~sero come d'assalto Ull CIIIIVt nlo di {mti, i qwlli nnn si preslti 'WilO a dare le superflue loro campane ttl Governo, in 1111' epoca in cui era I< PCe.~sttrio proiYIJedere con cmwnni ••Ila dt[e.~a della p tttria ; 11111 qui tutlrt la colpn gravitò ·'" ch'i o<tavrt nl/u mis"m drcrelflltt dall' attlorita. 111tt qui nnn r.<iste II{TCSII 1'eligiu<tt l'e•·chè dobbiamo cntJ{onrle re cu/lt& f' r/igione 11/cuni frati turbolenti che intrndeMIW r.rc.~cere /P. diflì.cnl/à dei tempi, e concita1·c cnn pretesti l e 1/tt•llillldini? Co.•·i 11iuno potrà t·itenere elle venisse aggredita ltt •·eliyione quandu 'il tri11mvirato chiamò anche il snccrdo::in a {ttrsi cittadino, e a prendere lr armi in di(es11 dello stnln , e delle islitu::iuni ; meno elle fiO)t sttfJpongtt l tJ t'cl iginlle avvcr.~lt ad ogni scntìmcuto di patria, di (arniylia , di. u manità.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==