Roma del popolo

-17essenzi ale al sistema cui viene allriiJuito. Nulla si oppone a pot~ rlo ris~un rdarc siccome un principio indipendente, c quand'an- ~:hc diJJCndcntc, a risguardarlo equo, ed ulilrncnle ;~pplicablle c buono. forse che una dottrina, la quale non e r ea lizza bil e nella sua inlcrczza, non può contenere delle norme c delle viste par· ziali giuste è preziose? (l) Si è condannala l' emlssiollc della carla monelala. - Lascieremo da parte che la r epubblica aveva trovato qur sla via di salvezza già percorsa dal governo clericale e d:~ l provvisorio. Le strellczze finam.iari e in mezzo a bi~ogni incl uflabili d' ingenti spese nvcvano crealo fa nece~silù di questo espcd1cnlc, c queste ragioni crearono e mantennero durante il governu repubblicano la stessa nece~si là. Niuno, cr ediamo, abbia stimato mai che fa <·arta monelata. in mezzo alle consuetudini dci valori mctaijJci , sia una fortuna degli stati, o una misura che scco nun possa recare certi danni ; ma non è egli un danno rnag~iore l' anenamcnto, lo sfagnamento nella vila di uno slaln? Chi Ignora esservi dell e circostanze nelle vicende sociali. in cui per .evitare una enorme sventura, è forza Mlallarsi al peso di una sventura men grave ? Infatti ella è stata questa una necessifà di gran parte di Europa in questi ag i tatissimi tempi dei quali discorr iamo. La '.lìoscana, Venezia, l' Un!!hcria, non per elezione libera. ma pet' violenza degli avven imenti, dovettero similmente operare. c provvedere che il governo romano. - Ora il volcrnc dar earlco c far colt>a alla Repubblica, quandn non s' ignora in quali triste {l()ndlzlonl di finanza si trovasse già precedentemente lo Stato , e fosse di J)Oi. e come il credito sia cosa ~po ntan ea c non impcrabile, e come si chiudano l e casse in tempi torbidi e malsicuri, è uno sconosccrc la storia. le legg i murali della sncicfà. c l'indole umana ; è come dar colpa di non fare a volontà sca- (t) Nnn vogliamo entrare in meri/o di que.~ta mnteria, ma solo (are una picrota ri{lesMone. - Scnti!·ele spesso (l nche dei ncclli C(tpitalisti e pos1identi , dire che per le i mposte o per le sovra tassc gravose, se i propriPtarj in (/Cnere ne soffrono, i piccoli proprietari J)Oi si ruinano. C un queste parole che vi dicono? · Dicono che il donno è in modo progressivo piuttosto che proporzionale, cioè che ltt flroporzionc come rr.elodo d'imposta è sentita disugualmente dal grande e dul prccolo p1·oprietm·io ; piil. da questo che da quello. Ora con ciò, non vi dicono pure rhe un' imposta con sislem~t progressivo sarebbe sentita 1ueno disugualmente, pii/; ugualmen te? Non vi dicono che il ricco hr&molte ri-Sorse cui non gode tl piccolo ]Jossidcnte? Non vi dicono essi stessi che l' ugualilti upprossimativa starebbe tlel diminuire la tassa per quest' ultimo? Ora questa sotL7·a::ione (alla alla quantità propol'zionale stabilita per quest' ultimo non riposa sul principio del. sis t cme~ delle imposte ]Jrogressit'c ? •

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