La Repubblica romana del 1849

La Repubblica 7!0111a11a del 1849 57 "Voi noi farete, non potete farlo: voi sapete che dal• l'esperimento escirebbe oggi ancora la vostra condanna e la rovina dei vostri disegni. Tendenti a rovesciare la Repubblica in Francia, e vogliosi di educare i vostri soldati a far fuoco sulla sua bandiera, voi non potete sottomettervi al rischio di vederla, per voto di popolo, rialzata fra noi. "Deboli sino alla viltà nella vostra diplomazia, e non• dimeno trafitti di vergogna per la parte che recitate in Europa e inquieti sull'opinione dei vostri COIJcittadini, voi credeste conciliare paura, intento e apparenza di forza, cacciandovi a far prova di azione sopra una piccola nascente Repubblica, ed oggi v'illudete a credere che alcuni ordini del giorno, datati da Roma, accarezzino l'orgoglio e le tendenze guerresche del vostro popolo. Il vostro presidente abbisogna dei voti della parte cattolica; e voi tutti avete, pei vostri concetti, bisogno che il principio dell'autorità per arbitrio di privilegio possa quando che sia, richiamarsi all'esempio d'una istituzione religiosa. Però rimarrete. Rimarrete quanto potrete, sapendo che la forza straniera può sola impe• dire una seconda rivoluzione. Rimarrete esosi agli uni ed agli altri, trascinandovi di raggiro in raggiro, di protocollo in protocollo, impotenti a reprimere la riazione pretesca da un lato, e il malcontento popolare dall'altro, peggiorando, non modificando, la situazione, intricando più sempre la questione diplomatica, lasciando nei termini, ove si sta, la politica, e suscitando la religiosa. L'Europa saprà che voi siete non solamente tristi, ma inetti, e che avete trascinato il bel nome di Francia e l'onore dell'armi vostre nel fango, per fallire a un ;impo al vostro programma pubblico ed al segreto, per1 81b, oteca Gi,o Bian-:.o

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