La Repubblica romana del 1849

La Repttbbltca Romana del 1849 55 quanto il cerchio della città, accessibili a ogni uomo, senza un solo soldato - che li guardasse. E fu tal giorno - il 16 maggio, quando le nostre truppe mossero alla volta di Velletri contro l'esercito del re di Napoli - in cui dalle cinque sino alla mezzanotte la città rimase sprovveduta d'ogni milizia e affidata al popolo unica• mente. Le truppe francesi erano a poca distanza dalle nostre mura. Noi facemmo ritrarre dalle porte del nostro palazzo le poche guardie, richieste altrove. L'amore del popolo ci custodiva. E nè allora, nè mai - fra i disagi d'una crisi finanziaria inevitabile, in mezzo a privazioni materiali inseparabili dal semiblocco che le vostre forze ci stendevano intorno, sotto le vostre bombe come sotto l'influenza di corruttela che i vostri agenti e quei di Gaeta s'affaccendavano a esercitare - non un tentativo d'insurrezione fu operato da quei che il signor Drouyn de Lhuys chiama sfrontatamente gli onest,~ non una voce di popolano sorse a dirci: scendete. Fazione! Terrore! Ah! se l'anima vostra, ministri di Francia, serbasse un'ombra pur di pudore, voi, guar• dandovi attorno e pensando alle paure ed alle violenze tra le quali vi reggete in Parigi, avreste fuggito studiosamente quelle parole per temenza ch'altri vi leggesse la vostra condanna. 11 E se l'Assemblea davanti alla quale parlaste non fosse irreparabilmente guasta e inaccessibile ad ogni amore di verità - se invece di trascinarsi servilmente sull'orme del potere qual che si sia, i membri che sostengono col voto la vostra politica esterna, avessero, e sia pure avverso al nostro, un sistema nella mente, un concetto di credenza nel cuore - cento voci si sarebbero levate a tumulto in udirvi, e v'avrebbero gridato: " Tacete. 11 Non disonorate le nostre tendenze coll'aperta men• " zogna. Che! il vostro primo decreto in Roma istituisce " pei fatti politici tribunali militari, scioglie circoli, go-

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