La Repubblica romana del 1849

La Repubblica Romana del 1849 5 a Goito, ma ne aveva la peggio; se non che, Carlo Alberto, sempre indeciso, non sapeva profittare della vitto• ria. Radetzky, non molestato assaliva Durand che si era chiuso in Vicenza e dopo due soli giorni aveva ragione della città, malgrado la vigorosa difesa. Cosl battuti ad uno per uno i piccoli nuclei dei com• battenti italiani, Radetzky potè convergere tutte le sue forze contro il piccolo esercito piemontese che rimase completamente disfatto a Custoza. Carlo Alberto si ritirò a Milano e patteggiò un armistizio coll'Austria il 9 di agosto 1848. Ultimo a deporre le armi in quella breve e disgraziata campagna fu il generale Garibaldi, il quale dopo un brillante fatto d'arme a Luino condusse in salvo i suoi volontari nel Canton Ticino. Finita così la guerra regia, Radetzky mandò Welden contro Bologna. W elden, così, per divertimento, durante la marcia, bruciò Sermide e lanciò un manifesto in cui si leggeva: " Le mie truppe sono dirette contro le bande che si chiamano crociati, e contro i faziosi. Guai a co. loro che oseranno far resistenza! Volgete lo sguardo ai fumanti avanzi di Sermide. Il paese restò distrutto perchè gli abitanti fecero fuoco sui miei soldati. " All'arrivo degli austriaci, la plebe di Bologna • la santa canaglia " come la chiamava Giosuè Carducci, prima di divenire commendatore, prese le armi e il giorno 8 di agosto, dopo un memorando e glorioso combattimento, cacciò Welden per le vie di Ferrara e di Modena. Intanto a Mamiami, presidente del ministero costituzionale di Pio IX era successo Pellegrino Rossi, scienziato di fama, ma di idee politiche retrograde. Il 15 di novembre egli si recava in Parlamento, per leg• gcre il discorso inaugurale, in nome del Pontefice regnante, quando veniva colpito a morte dal pugnale di un congiurato. L'uccisore di Pellegrino Rossi rimase scoBib, oteca Gi'10 Bianco

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