La Repubblica romana del 1849

La Rep11bblicaRomana del 1849 43 " Può voler questo la Francia? Lo può il suo governo? I Lo può un nipote di Napoleone? La persistenza in un disegno ostile di fronte alla doppia invasione napoletana ed austriaca ricorderebbe lo smembramento della Polonia. E pensate inoltrè, · signore, che disegno siffatto non potrebbe compirsi fuorchè risollevando la bandiera che il popolo rovesciò sopra un cumulo di cadaveri e sulle rovine della nostra città. ,, Mentre così Mazzini scriveva e difendeva all'estero l'onore e il diritto delfa Repubblica, il triumvirato, approfittava della tregua per mandare il suo piccolo esercito contro il re di Napoli. Garibaldi che comandava la spedizione scacciò il distaccamento regio da Palestrina, il giorno 9 maggio, e prese vari prigionieri i quali vennero condotti a Roma; indi si portò a Velletri, dove i napoletani erano concentrati in numero di sedicimila, con cinquanta pezzi di artiglieria. Garibaldi con poco più di un migliajo di uomini e un battaglione di fanciulli bolognesi dai dodici a quattordici anni, sbaragliò il re di Napoli e i suoi sedicimila uomini. Il generale Rosselli, col grosso dell'esercito repubblicano giunse a battaglia finita. Garibaldi che stava espio• rando da un'altura che dominava Velletri, disse a Rosselli: - Generale, vedete voi quella lunga linea nera che si estende laggiù? - Veggo, rispose Rosselli. - Ebbene, quello è il re di Napoli che fugge coJle sue truppe. Garibaldi propose quindi di marciare diagonalmente per la campagna onde tagliare la ritirata ai napoletam, ma Rosselli ricusò. La mattina seguente, 20 maggio, Garibaldi prima e Rosselli poi con tutte le loro milizie entrarono solennemente in Velletri, accolti dagli applausi dei cittadini. Bib oteca G1,10 Bianc.o

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