La Repubblica romana del 1849

La Rep11bbl1ca~omana del 1849 41 isolamento politico non val:;;ero a turbare la calma di questo popolo, " Era in esso una fede incrollabile nel futuro, che doveva uscire dal nuovo principio. " Ed oggi, di mezzo alla crisi, di fronte all'invasione francese, austriaca, napoletana, il nostro credito si rafforza; la nostra carta non soggiace che allo sconto del 12 per cento; il nostro esercito ingrossa di giorno in giorno; e le popolazioni s'apprestano a farci riserva. Voi vedete Roma, signore, e sapete l'eroica lotta or sostenuta da Bologna. Io scrivo solo, di notte, in seno a una città profondamente tranquilla. Le milizie che custodivano Roma l'abbandonarono jersera per compire un'impresa; e innanzi all'arrivo d'altre milizie, che non ebbe luogo se non a mezzanotte, le nostre porte, le nostre mura, le nostre barricate. erano, in conseguenza d'un semplice avviso trasmesso, guardate, senza romore o millanteria, dal popolo in armi. Vive in core a questo popolo una profonda determinazione: il decadimento della potestà temporale attribuita al papa; l'odio del governo pretesco sotto qualunque forma, anche temperatissima, esso tenti di riproporsi; l'odio, io dico, non agli uomini, ma al governo. Verso gli individui il nostro popolo, dall'impianto della Repubblica fino ad oggi, s'è mostrato, la Dio mercè, generoso; ma la· sola idea del governo clericale del re pontefice lo fa fremere. Combatterà energicamente ogni disegno di ristorazione: si travolgerà nello scisma anzichè subirlo. " In conseguenza d'oscure minaccie, ma segnatamente del difetto d'abitudini politiche, un certo numero di elet• tori non aveva contribuito alla formazione del!'Assemblea. E quel fatto sembrava indebolire .l'espressione del Voto generale, Un secondo fatto decisivo, vitale, rispose poc'anzi ai dubbi possibili. Poco tempo innanzi alla costituzione del Triumvirato, si rieleggevano i munì-, Bib' oteca G1'10 Bianco

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