La Repubblica romana del 1849

La Repubblica Ro111a11adel 1849 37 stosa piazza del mondo. Taluno ebbe la buona e cortese idea di condurre i nostri giit prigionieri ora ospiti a veder l'immensa basilica. Entrammo alla rinfusa, ita• 1 ian i e francesi. " Lo straniero che per la prima volta pone il piede in San Pietro, si accorge tosto che quella è una chiesa più grande e più bella di' qualsivoglia altra chiesa da lui pr(ma veduta; ma non gli sembra ancora tanto grande quanto di fatto ella si è. Questo fenomeno avvjene ge• neralmente di tutte le cose grandissime: persino al sole. Ci sembran grandi sin dal principio, ma non al grado in cui veramente lo sono. In San Pietro però, di mano in mano che il novello visitatore si avanza, cammir;iando e pur camminando ancora, avviene che il tempio sem• bra andar sempre più grandeggiando attorno a lui. Allorchè poi egli arriva sotto la cupola di Michelangelo, ne riceve un'impressione come se al disopra del suo capo si espandesse ali' improvviso la vòlta dell'Empireo. " Io attesi che tutti fossero fermi e quasi assorti in estatica contemplazione: indi con alta e robusta voce, ed in lingua francese, abbastanza intesa anche dalla maggior parte degl' italiani, dissi così : Cittadini italiani e francesi, in questo t,,ogo sacro e sublime, preghiamo l' O,inipossente per la salute e la libettà di tutti i popoli dell'Universo. Detto ciò, posi un ginocchio a terra, ma mi rialzai prima degli alti:i, e volsi gli occhi in giro. Vidi che erano tutti inginocchiati. Duolmi di dover pensare che il naturale esito di una tale esperienza oggi sarebbe diverso. ,, In ricambio del mezzo battaglione restituito da Roma, Oudinot restituì, il battaglione Mellara, fatto prigioniero per sorpresa a Civitavecchia, ed il cappellano di Garibaldi, Ugo Bassi. Lo avevano preso mentre, nell'esuberanza della sua bella ma poco riflessiva anima. s'era inoltrato in mezzo Bo. oteca Gr,o Bianco

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