La Repubblica romana del 1849

32 La Rep11bblicaRo111a11dael 1849 Giunto il nemico a 150 metri dalle mura, i bravi artiglieri del bastione di Santa Marta diedero il primo saluto ai cacciatori i quali rispost:ro con sì bene aggiustati colpi che cadde morto il tenente Paolo Narducci, romano, pri1no martire della Repubblica e ferirono mortalmente Enrico Pallini,. ajutante maggiore, e altri artiglieri. Ma trovatisi sotto i fuochi incrociati delle mura e del Vaticano, collocarono una controbatteria a 36o metri, micidialissima. Non potè avanzare la colonna nemica, ma fece coi pezzi e carabine terribile strage: caddero in un colpo Della Vedova, morto, il capitano Pifferi, il tenente Belli, il sottotenente Mencarini, il maresciallo Ottaviano; e finalmente smontò un cannone romano, e il popolo portò via morti e feriti; e altri prendevano il loro posto senza ombra di timore o di confusione. Mancando gli artiglieri supplirono i soldati di linea e caddero il belga Ledueli e i caporali De Stefanis e Lodo• rich. La prima brigata sotto Molièr"e ebbe ordine di · spingersi alle mura, ma gli artiglieri raddoppiavano gli sforzi, e le colonne di Marulay e Banat dovettero ripiegare. Irritato Oudinot, fece piantare altri due cannoni: due volte si battè la carica; ma dovetero desistere e ritirarsi tutti, Garibaldi teneva la linea da Porta Portese a Porta San Pancrazio e di quivi a Cavalleggieri, ove comar.- dava Masi. E devesi notare che all'eccezione dei suoi settantuno di Montevideo e di qualche giovane reduce dalle campagne contro gli austriaci, la sua brigata componevasi di gente nuova ai combattimenti e di adolescenti che poi composero il battaglione della Speranza. Egli sul luogo solamente due dì prima, non ebbe tempo di organizzarla, nè di bene esplorare le posizioni, ma al suo occhio aquilino non rimase oscura l'imporBib, oteca Gho Brar' o

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