La Repubblica romana del 1849

La Repubblica Romm,a del 1849 17 pubblica si possa provocare l'intervento straniero, ma rivocando il papa non avevano con esso ogni generazione di barbari in casa, senza le forze per combatterli? E come riconciliarsi col papa mentre patteggia coll'Austria? Come affidare la ròcca minacciata a chi congiura coi nemici che la minacciano? Provammo il papato sotto forme liberali, e non fu meno austriaco per quelle: assurdo sofisma asserire che il poter temporale è necessario alla spirituale indipendenza del papa. Riepilo• gava quindi le sue proposte nella proclamazione della decadenza assoluta del papa dal potere temporale e della reintegrazione del popolo nel diritto e nel pieno esercizio della sua sovranità. Il deputato Gabussi confutava alla sua volta il discorso di Mamiani: confrontava lo stato presente dell'Europa con quello dell'ottantanove; mostrava i progressi dell~ democrazia; l'assenza o l'impotenza dei nemici interni; l'incapacità dei principi italiani a combattere la Repub• blica romana. I governi stranieri hanno troppo da pen• sare a sè stessi, per potersi occupare delle cose nostre; i re ci saranno nemici, ma se i re comandano le guerre, i popoli le fanno; e i popoli sono con noi. Tutta la questione si riduce ad aver guerra dall'Austria, la quale non potrebbe mandare contro Roma più di 20 ooo uomini. Terminava affèrmando che la Costituente italiana era un inganno e che la decadenza dei papi e la Repub• blica erano necessarie. Il deputato Savini, riassumendo la discussione, mo• strava come i discorsi pronunziati pro e contro si accordassero tutti in questi risultati: il papato incompatibile colle libertà civili e coi doveri delle nazionalità; i prin• cipi, infidi alla causa dell'indipendenza; unica salute ali' Italia futura la virtù dei popoli; inevitabile in Roma la democrazia di fatto. Riconosciuta la necessità del B b· oteca Gi o B1an~o

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