La Repubblica romana del 1849

16 La Repubblica Roma,ia del 1849 alla futura assemblea italiana sarebbe debolezza incon· siderata; che l'una cosa traeva necessariamente l'altra con sè. Doversi adunque unicamente riflettere se, dichia rando la decadenza dei papi, l'effetto necessario del reggimento popolare fosse conciliabile cogli interessi generali della causa italiana. Terminava invocando il sacrificio di qualunque convinzione al bene della causa dell'indipendenza, esclamando:" Tutto per l'Italia, tutto per la redenzione di questa sventurata patria nostra! ,, A questo punto molti deputati domandarono che• la seduta venisse rinviata al giorno seguente. Sterbini sostenne la proposta, ma l'assemblea decideva soltanto di sospendere per due ore la seduta. Alle otto di sera, i deputati della Costituente· romana rientravano nella sala. Rodolfo Audinot prese per il primo la parola, propugnando la sospensione di ogni deliberazione intorno alla forma di governo, pigliando argomento dall'autonomia e dalla sovranità collettiva della nazione, siccome quella alla quale solo competeva il decidere delle sorti delle particolari provincie. Concretava quindi il suo discorso cosl: decadenza de papi; governo provvisorio; convocazione della Costi tuente pel primo marzo, scorso il qual termine senza risposta dal resto d'Italia, Roma fosse in facoltà di prendere consiglio da sè stessa riguardo il proprio ordì· namento politico. Gli successe Io Sterbini con un discorso che parve sconclusionato e in cui esortava l'assemblea ad accontentarsi del fallo della Repubblica, passando sotto silenzio il nome; e cioè per non iscontentare la diplo· mazia! Dopo Io Sterbini parlò il deputato romano, Vinciguerra, additando la decadenza universale del principio monar• i:hico sul continente. Si dubita che proclamando la Re: B b .oteca Gho Biancò

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