La Repubblica romana del 1849

La Repubblica Ro111a11adel 1849 15 lfattuto: l'uno è l'incompatibilità delle due funzioni che ~iunisce in sè; l'altro, il suo presente operare. La prel'rsa necessità di serbare al papa il potere temporale fa . cl\e il popolo romano sia condannato a rimanersi passivp innanzi alla causa d'Italia. Ma se un tale dominio è inconcilia~ile coi; nostri progressi civili e nazionali, chi potrà imporci una cosl crudele necessità? Perchè il papa è il nostro sovrano, dovrà dunque esserci vietato di perfezioi:iarci al pari degli altri popoli? E questo nel centro di una religione perfettrice? Se pertanto la confusione dei due poteri fa che il papa sia sempre la rovina nostra e della comune patria, chi potrà mai contrastarci il diritto di dire: noi non vogliamo un sì reo governo? E a parlar solo delle ultime opere della Corte pontificia, quanto inferiori non furono alle medesime le colpe che fecero cacciare dal trono Carlo X e Luigi Filippo? La qual Corte abbandonò il paese tentando suscitare la guerra civile; si rifugiò nelle braccia di un tiranno scelleratissimo; ci chiamò gli stranieri in casa; ci segregò, per motivi mondani, dal grembo della chiesa. La quistione di moralità e di giustizia era, senza alcun dubbio, decisa in nostro favore; nè v'aveva più sofisma nè considerazione di meschina prudenza che valessero a rattenere nelle menti e nei cuori quel pro• fondo bisogno che in essi era di sollevarsi contro una patente iniquità e d' inalzare al cospetto di Dio e degli uomini la parola del diritto e della redenzione morale e politica di Roma contro l'indegna servitù a cui la voleva soggetta. Parlò poi il Rusconi, deputato di Bologna, e fece osservare all'assemblea che la soluzione del quesito pendeva dal dichiarare l'incompatibilità del governo tem• porale dei papi col bene di Roma e dell'Italia; che, quando si proclamasse la decadenza della sovranità del papa, il deferire poi lo sviluppo di g_uesto antecedente B1b' oteca Gino Bian-:.o

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