La Repubblica romana del 1849

La Rept1bblica Ro111a11a d,;t 1849 13 Francia, dove la libertà agonizza, dove è imminente un nuovo impero napoleonico, non c'è da sperare ajuto. " Quale consiglio rimane dunque da seguitare? Riapriremo noi trattati che non isperano venire ad alcun nobile frutto? Tenteremo accordi e conciliazioni fatte vane e impossibili? Chiederemo perdono di colpe che non abbiamo? La questione non istà tutta nel nostro arbitrio. Forniti di piene facoltà, quanto alla legislazione interna del paese, non lo siamo egualmente rispetto a quella parte che interessa l'Italia intera. Si deve dunque una tale questione riporre nelle mani della Costituente italiana e non la devono pregiudicare i diritti alla vigilia stessa della sua convocazione sul Campidoglio . ., In sostanza, il Mamiani predicava l'inerzia e la provvisorietà. Risposero al Mamiani, parecchi deputati. Masi, ac• cogliendo il dilemma dèl deputato per Pesaro, diceva, che, poichè il papa sarebbe sempre qual fu, un flagello per l'Italia, non rimaneva che disfarsene e sostituire il governo di popolo. Quirico Filopanti, rappresentante di Bologna, propo· neva un decreto per il quale l'Assemblea doveva dichiarare il papa decaduto di fatto e di diritto dal potere temporale e proclamare la Repubblicà romana. Alli, lettura di queste parole l'Assemblea prorompeva in applausi. Cesare Agostini, deputato di Foligno, così rispondeva al discorso di Mamiani: " La provvidenza pone oggi nelle nostre mani una questione intorno alla quale molti secoli lavorarono indarno. È debito nostro scioglierla degnamente. Le lagrime e il sangue lombardo, che il deputato di Pesaro ci mise sotto gli occhi, come ammonizione al nostro operare, ricadono forse sui popoli, o non piuttosto sul papa e sui re? Non ne fu in gran parte colpevole l'enBib' oteca Gi 10 Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==