La quistione romana nell'Assemblea francese

i .2 LA QUJSTIONE ROl\lANA tanto coraggio le conseguenze fin dagli inizi del suo principato. Il pensiero di non riaprir la sorgente di tanti mali occupava le menti di quanti avcan mano nella cosa pubblica in quello Stato : le difficoltà già per sè grandi della libertà romana erano oltremodo ricresciute per l' abuso fattone due interi anni. La Francia pertanto ha dovuto intendere che se vi avea pericolo di ruina nel valicare i confini delle istituzioni convenevoli a quel popolo, vene aveanon meno nel restarsi al di qna di quel confine; e che in somma nèlle concessioni avvenire si correa rischio pel soverchio non meno che pel manco : s' intendea bene che l'amministrazione romana , quale trovoIla Pio IX nel suo avvenimento al trono, non avrebbe potuto mantenersi più lungamente; e però se può contestarsi ai Romani il diritto di crollare a nome della loro sovranità l' autorità temporale del Papa necessaria altrimenti all' Europa cristiana, non si può certo contrastar loro la facoltà di avere un governo equo, chiaroveggente ed accordato ai costumi del' nostro tempo. Pio IX intende queste verità in tutta la loro pienezza e ne ha dato argomento nell' atto rilevantissimo emanato dalla sua volontà libera e ponderata. Volli dire nel Jfotu p'roprio, oggetto tra noi di così calde discussioni. La vostra Commissione ha posatamente ~saminato questo atto, non perchè essa creda che la Francia abbia il dritto di decidere sul merito d' istituzioni conferite a popolo straniero; ma per certificarsi se i consigli dati avessero prodotto il loro frutto da non farle increscere la sua intcrvenzione negli affari di Roma. Or bene ! una maggioranza in proporzione grandissima (1) vi dichiara di scorger nel (l) !"ella Commissione conh~yan5i qnindeci rappresentanti eletU

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