La quistione romana nell'Assemblea francese

NELL' ASSEMBLEA FRANCF.SE. J~. iotu proprio un bene civile rilevantissimo e del quale solo una ingiusta prevenzione potrebbe sconoscere il valore. Noi esamineremo quest' alto nei suoi particolari se ve ne sarà uopo, quando dovrà innanzi a voi ingaggiarsi la .discussione. Per ora restringendoci a considerarne il principio, noi asseveriamo che esso largisce le più larghe libertà municipali e provinciali che possano desiderarsi; e che quanto alla libertà politica posta nel decidere gli affari pubblici in assemblee di conserto col potere esecutivo, come esempligrazia in Inghilterra, gli è vero che il Motu proprio non l'accorda; ma gli è vero al tresì che ne dà i primi rudimenti sotto forma di una consulta senza voce deliberativa. È questa una quistione di somma rilevan·za, che appartiene al solo S. Padre di risolvere, e sulla quale importa a lui ed al mondo cristiano che nulla non sia avventato sconsigliatamente. Che egli siasi tenuto in questo al partito della prudenza; che avendone tolta sperienza abbia preferito di non riaprire l' arringo delle agitazioni politiche ad un popolo che ci si è mos.trato sì nuovo, noi non ci arrogheremo il diritto di condannarnelo, e certo non ne troviamo Il motivo. Le franchigie municipali e provinciali sono una educazione per la quale è opportuno far passare un popolo, se pure altri non vogl ia gittarlo innanzi tempo e con ·violenza sull'arena tempestosa delle politiche libertà. Ora il Mo tu proprio suppone e promette un séguito di leggi che dovranno riformare la legislazione civile, assi- . dagli altrettanti drappelli in che è parlita tutta l'Assemblea. Di quei quindeci commissarii dotlici si dichi ararono pel concetto espresso da M. Thiers; tre soli gli fur contrarii. Yà senza dire che il generale Ou· òinot fn tra i primi.

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