La quistione romana nell'Assemblea francese

88 LA. QUIS'fiONE ROMANA 1\1. n'HAUTPOULT. Come? nessuno non ci ha protetto? M. TIIURIOT. Quanto a mc, nessuno: io mi sono protetto da me col mio fucile nella pubblica strada, come uno del popolo. (A diritta: Benissimo!) IL PnEsm. L'oratore ha bene la facoWt di raccontare dei fatti, salvo ad altri quella di giudicarli altrimenti da lui. · M. VIcTon. E giustissimo! · UNA vocE a diritta. Ma perchè interrompere? IL Pnnsm. verso la sinistra. I vostri oratori risponderanno alla lor volta : le interruzioni non hanno altro costrutto che mettere lo scompiglio nella discussione. M. TrruniOT. Quanto a me che sono amico passionato di libertà e geloso non meno del suo onore, credo la libertà essere il movimento, la sanità, la vita nella sicurezza, nella dignità, nella giustizia; e così io non prostituerò giammai nomi cotanto degni a codesti plebei e sanguinosi saturnali. (Vivi segni di dssentimento a diritta.) In ogni caso, se ciò che io appello eccesso, e voi chiamate libertà, dovea pur soccombere sotto una vittoria, valse certo meglio, come ùisselo il rapporto, che fosse sotto la nostra, piuttosto che sotto la vittoria inflessibile dell' Austria. E sapreste voi dirmi perchè mai il Mazziui si gode oggi la libertà d'insultare alla vostra diplomazia, al vostro governo, al capo della Repubblica, a questa Assemblea, alla Francia intiera, cui egli non dubitò di · qualificare per nazion di mercatanti aventi i cuori nelle loro borse? (Calde reclamazioni a sinistra.) IL PnEsin. Domine! da questo lato (accennando al sinistro) ci ha una schiera di avvocati ufficiosi ! lVI. TIIUnlOT. Se il Mazzini, io diceva, si gode la libertà di scagliarci tante ingiurie e tanti insulti, ciò è ap-

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