Omaggio alla memoria del dottore Girolamo Versari

6 -HAffisando il soave astro d' argento Destai sovente del dolor la voce Sopra l' urne onorate, ed al notturno Orror del plettro accompagnai la nota. Or chi mi torna al mesto ufficio? Quale Diletta voce or di pietà ragiona? La tua, mio dolce amico, ...... oh benedetto Sia quel tuo pianto, che il paterno avello D'alti affetti conforta; ho benedetta Sia l' amistà, se d' un umil mio serto La cara tomba ad infiorar t' invoglia. A chi ben guarda entro alle leggi immote , Onde natura ne governa, fassi Aperto appien che sol' di pianto il duolo Si disacerba in cor gentile; varia Però tempra ha il dolor, varia misura Quindi il pianto aver debbe; anzi misura Niuna aver dee pianto di padre , orbato Della iuuovata vita sua ; cb è in vero Son di noi stessi intima parte i figli , Nè in tutto muor chi lascia vivo in loro, Appo la tomba, il sangue suo: ma rotto Pel deserto vegliardo è il patto sacro Cb' ei stringea con natura, alior che a fede Di consorte giurassi: ahi, del creato L' alta armonia per l' infelice è muta. Non così avvien quando a natura paghi Il gran tributo annoso padre. Acerba Punta trafigge, è ver, l' alma de' figli, E assai fa sangue la profonda piaga; Chè restan essi quasi arbusti svelti Dal tronco antico da cui trasser vita, Ed alimento: ma benigno il cielo A Ior largisce la , ·irtù che scema E spenta alfio s'era in colui che a' proprii Germi l' avea trasfusa, sì che il tempo, Alto ministro ùi natura , lieve

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==