Valdo Magnani, Aldo Cucchi - Dichiarazioni e documenti

l'unica sede nella quale, dimesso ufficialmente da ogni carica, potevo legittimamente e pubblicamente esporre il mio punto di vista. Ho deciso quindi, pochi giorni prima del congresso provinciale, da solo, il ,nio intervento conie semplice compagno. Mi è stato obbiettato che avevo interpretato in modo formale lo statuto e il centralismo denwcratico. Ho usufruito di, un incontestabile diritto formale - dire lei mia. opinione al Congresso - che è anche la sostanza della moralità dello statuto. · Mi è apparsa subito chiara, con l'evidenza dei fatti ben più forte di quella delle previsioni, l'i,npossibilità di una libera discussione. Come discutere in un partito nel quale chi mani/ esta una divergenza è circondato dall'atmosfera del sospetto? Corne discutere con chi invece di dibattere liberamente le opinioni, le giudica giuste o no esclusivamente constatando se corrispondono o no ai « testi»? D'altra parte, p1tr non essendoci staÙt alcuna mùwccia, tutto il Congresso costituiva una sollecitazione acuta, che si sente come il richiamo di un af /etto famigliare, a non wrbare ciò che io stesso avevo contribuito a creare e che mi si rivoltava contro in nome dei principi che come dirigente avevo pur insegnato, convinto un tempo che il loro /,nalismo li giustificasse. E non era inopera,{te il peso del disprezzo che stava sotto quella sollecitazione ove non fosse stata accolta. Furono angosciose quelle giornate più di quello che i compagni possorw immaginare. Impulsi contrastanti, nei vari momenti si agitavano nell'animo. Poi, ad 1m accenno di discussione tumultuosa in seduta plenaria, quan5 B o atee .3 Gino IJ1dnc o

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