Mosco di Siracusa - Europa

Gi:i sul Tauro la Vergine seduta D' una mano stringca tenacemente Un sottil corno , c ritraca dell' altra Le pieghe i n sn della pnrpnrca gonna Tanto, che appena la mari na spuma Ne attingesse talor l ' ultimo lembo. Il -.·cio, che degli omeri , c del seno Sinuoso ascondea le schiene nevi , Dell' aura al soffio sventolava, c teso, Qual gonfia vela, più spedita c lieve La trc piùantc fea Verg ine al corso; l\la poi che il suoi natio si addiè che tutto Dal guardo si arretrava, c non più lido Di mar, non pit't scorgea cima di monte, Ma solo etere, cd acqua, atlentameutc Guardossi intorno esterrefatta, c tale Fè pc t· l ' aure snonar Ocbil l amento. O Tauro, o tu, ch' io credo esser dai Numi, A qnni , d illlmi , ne traggi ignote p rode? Qnal ti affida a tentar strano ardimento Le vie di Teti con la bifid' ugna ? Nè di spavento ri distringon l ' onde , Che piano ai naviganti , c mal sccuro Agli inespert i Tauri offron tragitto? Donde LI fame in mar , donde la sete T rarnc fia dato ? l\Ia se un Dio pnr sci, Pcrchè, pcrchè ( ciù che disdice a nn Dio )

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