Angelo Maria Ricci - Elegie ed epicedi

t02 Ed ecco un run1or cupo errar d ' intorno , Ch'era spento in Vinegia il Jt"'idia nostro , Facendo dalla patria al ciel ritorno: N è 'crederlo voll' io, finchè a noi mostro N on fu l ' atro papiro, e più ria nuova Non port? voce mai, nè scrisse inchiostro•. u Ed oh! quel punto rammentar che giova, In che a vicenda la consorte ed io In fronte il duolo ci leggemmo u prova? E corse Nano eù Achilluccio mio Dicendo « madre mia, padre, che porta 1Di sì tristo per voi quel foglio rio .... ? >> Che la gloria d' Italia , o figli , è morta , (Ambo allor rispondemmo in un sol p iato ) E .che qui degli eroi la vita è corta ... Ed essi ritirandosi da un lato, Pallidi e muti, e curiosi, e mesti T endean l ' orecchio senza metter fiato .. o. Ma quando i detti nostri manifesti . F ero i pregi di lui che Italia plora , Benchè tanta d' onor vita gli resti; Dier qualche lagrimttccia anch ' essi fuora: Ed in vec1erl i p ianger e a quel non1e Ch·e udil'· più volte, noi pia gnerr1mo ancora,

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